Scompenso cardiaco: il rischio aumenta con grandi quantità di grasso pericardico

L’eccesso di volume di grasso pericardico è associato a un rischio più elevato di scompenso cardiaco, e in particolare di scompenso cardiaco con frazione di eiezione conservata, secondo uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology.


“Da tempo ormai sappiamo che l’obesità, basata sulla semplice misurazione di altezza e peso, può raddoppiare il rischio di insufficienza cardiaca, ma ora abbiamo fatto un ulteriore passo avanti utilizzando la tecnologia di imaging per dimostrare che l’eccesso di grasso pericardico, forse per la sua posizione vicina al muscolo cardiaco, aumenta ulteriormente il rischio di questa patologia potenzialmente fatale, ovvero lo scompenso cardiaco” afferma Satish Kenchaiah, della Icahn School of Medicine at Mount Sinai, primo nome dello studio.


I ricercatori hanno determinato il volume di grasso pericardico (PFV) utilizzando l’angiografia tomografica computerizzata in 6.785 partecipanti che non avevano una malattia cardiovascolare preesistente.


Ebbene, in 90.686 anni-persona di follow-up, al 5,7% dei partecipanti è stato diagnosticato uno scompenso cardiaco. In un’analisi multivariata, ogni aumento di una deviazione standard (42 cm³) di PFV era associato a un maggior rischio di scompenso cardiaco, e l’effetto era più pronunciato nelle donne. Un PFV elevato (70 cm3 nelle donne; 120 cm3 negli uomini) ha conferito un rischio doppio di scompenso cardiaco nelle donne e un rischio maggiore del 53% negli uomini rispetto a valori inferiori. L’effetto di PFV ha influito sul rischio per scompenso con frazione di eiezione conservata, ma non con frazione di eiezione ridotta.


“Questo lavoro ci fornisce uno strumento importante per stratificare i pazienti con un rischio maggiore di insufficienza cardiaca, in modo da programmare eventualmente un intervento precoce e la prevenzione dello scompenso cardiaco per salvare in ultima analisi la vita delle persone” afferma Kenchaiah.


In un editoriale di accompagnamento, Andreas Kalogeropoulos, dello Stony Brook University Medical Center, e Michael Hall, dello University of Mississippi Medical Center, scrivono che questo è il primo studio di coorte che dimostra un legame epidemiologico tra grasso pericardico e scompenso cardiaco incidente.


“Serviranno ulteriori studi sulla possibilità che agenti con profilo metabolico favorevole e interventi per la perdita di peso modifichino il rischio di scompenso cardiaco” concludono gli editorialisti.


Fonte: Journal of the American College of Cardiology

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