Sopravvivenza nelle pazienti con metastasi linfonodali a distanza

Uno studio di coorte pubblicato dalla rivista JAMA Network mostra che la sopravvivenza delle pazienti con metastasi linfonodali a distanza (DLNM) è diversa da quella delle pazienti con metastasi nei linfonodi sopraclaveari.


Lo studio si basa sui dati di 2.033 pazienti con cancro al seno, l’età media era di 62 anni. Alcune pazienti avevano metastasi nei linfonodi sopraclaveari, senza metastasi a distanza (il 10,4%); un secondo gruppo era composto da donne con metastasi linfonodali (il 17% del totale) a distanza, mentre un terzo gruppo (costituito dal 76,4% del totale) era composto da pazienti con metastasi a distanza (non linfonodali). I dati sono stati analizzati nel febbraio 2020.


I tassi di sopravvivenza specifica per il cancro al seno a 3 anni erano del 63,24% per le pazienti con metastasi nei linfonodi sopraclaveari, del 64,54% per le pazienti con metastasi linfonodali a distanza e del 41,20% per metastasi a distanza. La sopravvivenza globale a 3 anni era invece del 53,46% per il primo gruppo, del 62,67% per il secondo e del 38,21% per il terzo. Le pazienti con metastasi a distanza hanno mostrato una sopravvivenza specifica per il cancro al seno e una sopravvivenza globale significativamente inferiori.  La chirurgia primaria e la radioterapia miglioravano gli esiti nelle pazienti con metastasi linfonodali a distanza.


“I risultati di questo studio suggeriscono che la DLNM del cancro al seno”, scrivono gli autori, “potrebbe essere una malattia regionale e potrebbe essere necessaria una rivalutazione del ruolo delle metastasi linfonodali. E concludono: “si raccomandano terapie locoregionali aggressive per questa malattia, sebbene siano ancora necessari studi futuri per confermare questi risultati”.


Fonte: JAMA Network

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