
MicroRna delle vescicole extracellulari associati a disturbi mentali
I ricercatori dell’Università Federale di San Paolo (UNIFESP) in Brasile hanno dimostrato la possibilità di studiare le malattie mentali a […]
Recentemente le tecnologie di produzione additiva – come la stampante 3D – sono diventate strategie importanti e diffuse tra gli ortodontisti, i quali possono così costruire modelli ed apparecchiature dentali tridimensionali. Un gruppo di ricercatori di Boston e Houston si è perciò posto l’obiettivo di valutare e confrontare l’accuratezza lineare e superficiale di modelli dentali 3D fabbricati utilizzando 3 diverse unità di stampa per fotopolimerizzazione a vasca: sintesi della luce digitale, elaborazione della luce digitale e un apparato per stereolitografia e un’unità di stampa a getto di materiale PolyJet.
Le arcate dentali mascellari e mandibolari di 20 pazienti con punteggi dell’indice di discrepanza dell’American Board of Orthodontics compresi tra 10 e 30 sono state scansionate utilizzando uno scanner intraorale; mentre i file stereolitografici di ciascun paziente sono stati stampati tramite le stampanti 3D e sono stati nuovamente digitalizzati utilizzando uno scanner desktop 3D per consentire il confronto con i dati di scansione originali. Quindi, sono stati eseguiti test t e analisi di regressione lineare.
Attraverso l’analisi di Bland-Altman non è stata riscontrata alcuna distorsione fissa di un approccio rispetto all’altro e sono stati rilevati errori casuali in tutti i confronti di precisione lineare. Quando un livello di tolleranza di 0,25 mm è stato ritenuto accettabile per qualsiasi modifica positiva o negativa della superficie, solo i modelli realizzati con l’elaborazione digitale della luce e le unità PolyJet hanno mostrato una corrispondenza di oltre il 97% con le scansioni originali.
L’area della superficie dei modelli stampati in 3D non ha prodotto una corrispondenza del tutto identica ai dati di scansione originali ed è stata influenzata dal tipo di stampante. La rilevanza clinica delle differenze osservate sulle superfici dei modelli dentali stampati in 3D richiede perciò giudizi specifici per le singole applicazioni.
Fonte: American Journal of Orthodontics and Dentofacial Orthopedics –https://doi.org/10.1016/j.ajodo.2020.12.022