Test non invasivi e iniziativa AGA

Attualmente sono in uso due test non invasivi: il test immunochimico fecale (FIT) e il test multi-target su DNA fecale (MT-sDNA). Il FIT, che cerca il sangue nascosto nelle feci, è il più facilmente disponibile. Il MT-sDNA è emerso come un’alternativa al FIT che è più sensibile nel rilevare il cancro del colon-retto ma meno specifico nei suoi risultati.
“Il test ideale deve essere altamente sensibile e altamente specifico, oltre che conveniente, a basso rischio e basso costo”, spiega Melson. “Deve identificare le lesioni che hanno un alto potenziale di progressione verso il cancro del colon-retto a breve termine”.


Per raggiungere questo obiettivo, l’iniziativa AGA ha definito obiettivi per partner industriali e scienziati che stanno sviluppando test di screening del cancro del colon-retto ed esplorando nuovi biomarcatori molecolari, inclusi marcatori biochimici, microbici, genomici, proteomici o epigenomici.

Tutti i tipi di screening CRC trarrebbero vantaggio da una migliore comprensione e un’identificazione più approfondita dei fattori di rischio per aiutare a identificare lo screening più appropriato per il singolo paziente.


Grazie ai progressi nelle cartelle cliniche elettroniche, gli operatori sanitari possono condividere informazioni tra le istituzioni che forniranno un quadro completo dell’anamnesi del paziente, compresa la cronologia e i risultati dello screening. Ciò consentirebbe paradigmi di valutazione del rischio più accurati che includano i dati sui polipi della colonscopia del passato, i marcatori molecolari se trovati e la storia familiare. Con una valutazione del rischio più chiara, l’operatore e il paziente potrebbero condividere la decisione del test più appropriato: colonscopia per quelli ad alto rischio o test iniziali non invasivi per quelli a basso rischio. Inoltre, una valutazione del rischio più approfondita ridurrebbe il numero di colonscopie eseguite che forniscono scarsi benefici e segnalerebbe quei pazienti che trarrebbero maggior beneficio dalla colonscopia.


In definitiva, secondo gli autori, questi progressi sosterranno lo sviluppo di programmi di screening organizzati in grado di identificare e collegare le persone che devono essere sottoposte a screening con i test più adatti a loro.


Fonte: Clin Gastroenterol Hepatol.

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