
Reflusso-ulcera e disturbo depressivo maggiore: causalità a doppio senso
Il disturbo depressivo maggiore previsto geneticamente può aumentare il rischio di reflusso gastroesofageo e ulcera, oltre che di altre patologie […]
Uno studio retrospettivo coordinato da Mikihiro Fujiya, della Asahikawa Medical University, in Giappone, e pubblicato su Digestive Diseases and Sciences ha valutato incidenza e fattori di rischio della tromboembolia venosa tra i pazienti con malattie infiammatorie intestinali (IBD).
Sia la colite ulcerosa che la malattia di Crohn rappresentano dei fattori di rischio per la tromboembolia venosa, che include la trombosi venosa profonda e l’embolia polmonare. Per la ricerca sono stati inclusi, complessivamente, dati su 16.273 pazienti con IBD, di cui 13.585 soffrivano di colite ulcerosa e 3.443 di malattia di Crohn.
Eventi di tromboembolia venosa si sono verificati nell’1,3% dei pazienti con IBD, complessivamente, e nell’1,2% di quelli che soffrivano di colite rispetto all’1,9% di coloro che avevano una diagnosi di malattia di Crohn. I tassi di incidenza di episodi di tromboembolia venosa, inoltre, sono stati di 0,45 per le IBD in generale e di 0,40 per la colite e di 0,64 per la malattia di Crohn, in particolare.
I tassi di incidenza della trombosi venosa profonda sono stati di 0,42 per le IBD in generale e di 0,38 e 0,61, rispettivamente, per colite e malattia di Crohn, in particolare; mentre i tassi di incidenza dell’embolia polmonare sono stati di 0,07 sia per le IBD in generale che per le coliti, e di 0,11 per la malattia di Crohn. Infine, i fattori di rischio identificati sono stati la terapia con immunomodulatori, un precedente rischio cardiovascolare, un tumore e aver subito un intervento chirurgico importante, con un rischio simile sia per la colite che per la malattia di Crohn.
Fonte: Digestive Diseases and Sciences (2022)