Tumori: operata al seno a 103 anni, record all’Humanitas di Bergamo

‘La più anziana in letteratura scientifica’ – Oggi 105enne invita alla prevenzione, ‘l’ho fatto per le mie nipoti’

Operazione ‘da Guinness’ a Bergamo. Humanitas Gavazzeni annuncia il caso record di Carmelina Paolina Beltramelli, “ad oggi la donna più anziana operata di cancro al seno riportata in letteratura scientifica. A 103 anni è stata sottoposta a intervento per un nodulo alla mammella dall’équipe della Breast Unit”, riferiscono dall’ospedale. L’intervento è stato descritto sulla rivisita ‘Aging and Health Research – Elsevier’ ora, “a distanza di 2 anni”, per sottolineare che “il follow-up non presenta recidive: Carmelina ha da poco spento 105 candeline nella sua casa in Val Camonica, in provincia di Brescia”. 


Una storia che “apre importanti riflessioni sul tema della prevenzione e della cura a tutte le età e dell’importanza di un approccio multidisciplinare nel trattamento delle patologie oncologiche”, evidenziano i sanitari. 


“Avevo un po’ di preoccupazione per l’intervento ma mi sono fidata – racconta Carmelina – Inoltre sapere che non dovevo fare l’anestesia generale mi ha tranquillizzata. Appena ho sentito che c’era qualcosa di diverso nel mio seno ho voluto farmi controllare: amo le mie nipoti e la mia famiglia e ho preso questa decisione per continuare a stare bene con loro. Dopo l’intervento la mia quotidianità non è cambiata e continuo a fare le stesse cose che facevo anche prima”.


Carmelina è arrivata in Gavazzeni nel luglio 2019 – spiega una nota Humanitas – dopo che lei stessa aveva notato, tramite l’autopalpazione, un nodulo retro areolare del seno destro leggermente doloroso. Gli esami hanno portato alla diagnosi: tumore della mammella. Con la decisione finale di non escludere l’operazione chirurgica, nonostante l’età avanzata della paziente. “Ogni passo è sempre stato condiviso con Carmelina e la sua famiglia”, assicurano dalla struttura. “Il desiderio di evitare la progressione locale del cancro e i suoi potenziali effetti negativi sulla qualità della vita di Carmelina, la volontà di non soffrire con un cancro al seno in crescita, la breve durata dell’intervento (35 minuti) e la possibilità di ottenere l’eliminazione del tumore senza subire un’anestesia generale sono stati i capisaldi su cui si è basata la decisione finale della signora”, sottolineano i chirurghi della Breast Unit.


Con l’aumento dell’età media a livello mondiale, evidenziano gli specialisti, il cancro al seno nelle persone anziane è sempre più riscontrato nella pratica clinica. Nel 2019 è stato diagnosticato a quasi 17.560 donne italiane di età pari o superiore a 70 anni, dato che rappresenta il 22% dei tumori di nuova diagnosi in quella fascia di età. “Il caso della signora Beltramelli è l’esempio lampante di come il tumore al seno non abbia oggi età – afferma Massimo Maria Grassi, responsabile della Breast Unit di Humanitas Gavazzeni – Si può infatti riscontrare in età giovanile, così come in età avanzata. Ed è fondamentale lavorare in team affinché anche queste donne possano essere curate e seguite nel modo più adeguato e senza incorrere in rischi, grazie a un’operazione che mette sempre al centro la relazione con la paziente, e che un tempo era difficilmente presa in considerazione dopo una certa età”.


“L’età da sola non dovrebbe essere l’unico criterio da considerare nella decisione del percorso clinico delle pazienti, né elemento per dimenticare la prevenzione – ammonisce Gregorio Stratta, chirurgo senologo in Humanitas Gavazzeni e primo autore dell’articolo – Esami e controlli periodici devono far parte dell’agenda degli appuntamenti annuali di qualsiasi donna, indipendentemente dall’età anagrafica. Il caso della signora Carmelina rappresenta un esempio positivo per future situazioni simili ed è fondamentale anche per noi medici perché, con l’aumento dell’età media della popolazione mondiale, affrontare il cancro al seno nelle pazienti anziane sarà una sfida costante per le nostre Breast Unit”.


“La discussione multidisciplinare all’interno della Breast Unit ci ha permesso di affrontare il problema della signora Carmelina in modo chirurgico – rimarca Grassi – Il lavoro di squadra della Breast Unit è stato la chiave per ottenere un’analisi completa della migliore opzione terapeutica da considerare. E la paziente e la sua famiglia ci hanno raccontato di come la percezione di essere stati seguiti da un team sia stata fondamentale nel processo decisionale”.


“Affrontare il cancro al seno nelle pazienti anziane può essere molto impegnativo – osserva Stratta – Per questo motivo è stato fondamentale scegliere le vie che più seguissero il principio ‘primum non nocere’, anche attraverso la chirurgia. Da qui la scelta dell’anestesia loco-regionale per evitare l’anestesia generale e le sue potenziali complicanze e si è preferito optare per una medicazione avanzata che riduce la tensione di sutura e favorisce la guarigione, invece del tubo di drenaggio”.

Fonte: Adnkronos Salute

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