Ulcera peptica perforata: ritardare chiusura ferita operatoria non riduce infezioni

Secondo uno studio pubblicato su Langenbeck’s Archives of Surgery, nei pazienti sottoposti a intervento chirurgico per ulcera peptica perforata, la chiusura primaria ritardata non mostra vantaggi significativi rispetto alla chiusura primaria.

L’ulcera peptica perforata (PPU) è una complicanza molto pericolosa dell’ulcera peptica. Questa situazione è caratterizzata da un ambiente particolarmente ricco di batteri che predispongono all’infezione della ferita post-operatoria. Occasionalmente si preferisce la chiusura cutanea primaria ritardata, cioè effettuata dopo 2-5 giorni, rispetto alla chiusura primaria, per ridurre il rischio di infezione del sito chirurgico nelle ferite addominali sporche.

“Abbiamo voluto confrontare il rischio di infezione del sito chirurgico, la durata dell’ospedalizzazione e il tasso di mortalità tra la chiusura cutanea primaria e quella ritardata in pazienti sottoposti a intervento chirurgico per PPU” spiega Arash Mohammadi Tofigh, della Shahid Beheshti University of Medical Sciences, Tehran, Iran, che ha diretto il gruppo di lavoro.

I ricercatori hanno studiato 120 pazienti randomizzati ai gruppi di chiusura primaria e primaria ritardata. Un assistente di ricerca in cieco ha esaminato le ferite per valutare eventuali infezioni del sito chirurgico in base ai criteri del Center for Disease Control del 1992. Gli esiti erano il tasso di mortalità e la durata del ricovero.

Ebbene, i gruppi di chiusura primaria e primaria ritardata non hanno mostrato differenze statisticamente significative in termini di infezione della ferita post-chirurgica, tasso di mortalità e durata del ricovero.

Fonte: Langenbecks Arch Surg. 2022

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