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Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università del Michigan suggerisce che una neomamma su tre durante l’inizio del Covid-19 era positiva allo screening per la depressione post-partum – un aumento di tre volte rispetto ai livelli pre-pandemici – e una su cinque presentava sintomi depressivi maggiori. I risultati sono stati pubblicati dalla rivista BMC Research Notes.
Dall’analisi è emerso che le mamme che hanno nutrito i bambini con latte artificiale avevano il 92% in più di probabilità di essere positive allo screening per la depressione post-partum e avevano il 73% in più di probabilità di essere positive allo screening per sintomi depressivi maggiori, rispetto a quelle che allattavano al seno o allattavano artificialmente con il proprio latte.
Le mamme con bambini nelle unità di terapia intensiva neonatale avevano il 74% in più di probabilità di essere positivi allo screening e ogni aumento di una settimana nelle settimane successive al parto aumentava le probabilità di essere positivi allo screening del 4%. Le mamme preoccupate di contrarre il Covid-19 avevano il 71% in più di probabilità di essere positive allo screening per la depressione post-partum.
“Quasi 1 partecipante su 5 che è risultato positivo allo screening per la depressione post-partum ha riferito di aver pensato di farsi del male”, racconta Clayton Shuman, autore principale dello studio.
Ricerche precedenti hanno mostrato che le risorse di supporto per l’allattamento al seno come le consulenze per l’allattamento sono state ridotte durante i primi mesi di Covid-19 e questo potrebbe aver aumentato il disagio o causato il passaggio al latte artificiale. Gli studi suggeriscono che l’allattamento al seno può aiutare a proteggere le pazienti dalla depressione post-partum, aiutando a ridurre al minimo la gravità dei sintomi depressivi e migliorando i tempi di recupero.
Lo screening è il primo passo, osserva Shuman, ma poi è fondamentale trattare la depressione post-partum. “Le risorse e l’educazione sulla depressione post-partum devono essere meglio diffuse e implementate. Queste risorse dovrebbero essere condivise con il pubblico per ridurre lo stigma e condivise con coloro che forniscono supporto sociale ed emotivo ai pazienti post-partum, come partner e familiari”.
Fonte: BMC Res Notes 15, 102 (2022). https://doi.org/10.1186/s13104-022-05991-8