Un’analisi statistica per migliorare il trattamento personalizzato nelle donne con tumore al seno

Le pazienti affette da tumore al seno vengono trattate con terapie diverse in base allo stato dei recettori ormonali del tumore, che viene determinato tramite immunoistochimica. Questa tecnica è associata a un certo tasso di errore, che può essere ridotto aggiungendo dati genomici. Può accadere però che l’immunoistochimica dia un risultato “positivo”, mentre l’analisi dell’espressione genica uno “negativo”.


I ricercatori della Medical University di Vienna hanno dimostrato che la teoria dell’evidenza o teoria di Dempster-Shafer Teoria di Dempster-Shafer (DST) migliora la precisione diagnostica aggiungendo informazioni dall’espressione genica. Il loro lavoro è stato pubblicato dalla rivista di Nature, Scientific Reports.


La questione è di importanza cruciale per le pazienti: “se a una donna vengono offerte solo cure ormonali, nella convinzione che il suo cancro sia positivo per i recettori ormonali, quando in realtà non è così, la paziente perde l’occasione di essere trattata con una chemioterapia salva vita”, commenta Heinz Kölbl, che ha co-diretto lo studio. “D’altra parte un falso negativo porterebbe a trattare una paziente con una chemioterapia aggressiva piuttosto che con un trattamento ormonale più conservativo, con conseguenti effetti collaterali non necessari”.


La teoria dell’evidenza non considera semplicemente un singolo numero, vale a dire la probabilità di un evento (ad es., “Recettore positivo”), ma anche la probabilità di altre possibilità (“possibilmente positivo per il recettore” o “decisamente non positivo per il recettore” = “recettore negativo”). Questa visione globale migliora la qualità del risultato rispetto alle statistiche “convenzionali”, soprattutto laddove diverse fonti di risultati sono contemporaneamente rilevanti.


I ricercatori hanno scaricato i dati di 3.753 pazienti con cancro al seno che comprendevano i risultati di analisi immunoistochimiche e dell’espressione genica e, per la prima volta, hanno applicato la DST alla diagnostica dei recettori ormonali usando questi dati. Lo stato del recettore previsto con la DST è stato confrontato con la valutazione convenzionale tramite immunoistochimica e l’espressione genica.


La teoria dell’evidenza permette di identificare i casi in cui, sulla base dei dati disponibili, non è possibile ottenere un risultato chiaro, spiega Wolfgang Schreiner, che ha co-diretto lo studio. Cosa che si è verificata in 153 pazienti, per cui potenzialmente il trattamento scelto sulla base dell’immunoistochimica non era quello ottimale. In effetti questo gruppo di pazienti aveva un sopravvivenza nettamente inferiore rispetto alle altre pazienti.
È quindi emerso un miglioramento della precisione diagnostica applicando la DST.


Fonte: Nature, Scientific Reports

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