
Melanoma cutaneo: esposizione professionale alla luce solare
Da uno studio effettuato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Yale, il rischio di sviluppare il melanoma cutaneo non […]
La vitiligine è una malattia che provoca la depigmentazione della pelle e colpisce lo 0,5%-2% della popolazione mondiale. Le cause sono multifattoriali: predisposizione genica, fattori ambientali e distruzione autoimmune citotossica dei melanociti, concorrono allo sviluppo della patologia.
Il trattamento della patologia cronica e progressiva implica l’uso della fototerapia, che si avvale di raggi ultravioletti, noti per la loro associazione con il cancro alla pelle. È sorta quindi l’esigenza di scoprire se fosse sicura da utilizzare come trattamento.
A tale scopo, i ricercatori dell’Università di Medicina e del centro di ricerca di “Big Data and Meta-analysis” di Taiwan hanno condotto una revisione sistematica e meta-analisi pubblicata su “Clinical and experimental dermatology” l’11 novembre 2021. Per l’analisi sono stati selezionati 5 studi di coorte retrospettivi, che hanno incluso 228607 pazienti con vitiligine, 110038 trattati con gli UV e 118569 no.
I dati suggeriscono la fototerapia sia un trattamento sicuro per la vitiligine e non apporterebbe un rischio maggiore di cancro alla pelle.
Non si è riscontrato un aumento significativo di rischio del tumore alla pelle non melanoma (Mantel-Haenszel risk ratio (MHRR) = 0.95; 95% CI 0.44-2.05) e del melanoma (MHRR = 1.11; 95% CI 0.33-3.82) nei pazienti affetti da vitiligine dopo la fototerapia.
È stata effettuata anche un’analisi di un sottogruppo, da cui non si è riscontrata un’associazione significativa tra fototerapia UVB a banda stretta e il rischio di cancro nei pazienti con vitiligine.
Inoltre, questa associazione è stata smentita anche per i pazienti provenienti da Europa e Asia dell’Est, che non hanno mostrato significative differenze. Neanche la frequenza delle sessioni di fototerapia aumenterebbe questo rischio.
Tuttavia, lo studio presenta delle limitazioni. Per cui, in futuro, sarà necessario effettuare ulteriori ricerche a sostegno di queste evidenze.
Fonte: Clin Exp Dermatol. 2021