Tumori. Stabili i numeri del cancro in Italia, nel 2024 stimati 390.100 nuovi casi
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Un nuovo rapporto dell’OMS esamina i percorsi intrapresi dai singoli paesi per rimodellare i propri sistemi sanitari attraverso l’integrazione di politiche e strumenti sanitari digitali. Il documento “Esplorare il panorama della sanità digitale nella regione europea dell’OMS: profili nazionali della sanità digitale” descrive in dettaglio le innovazioni in settori quali la telemedicina, la sanità mobile e i Big Data, nonché la governance della sanità digitale e il fascicolo sanitario elettronico. L’analisi di questi elementi a livello nazionale può fornire informazioni su come ciascun Paese si muove nel panorama in evoluzione della sanità digitale.
Qual è la situazione dell’Italia fotografata dal nuovo report OMS? Rispetto a Danimarca, Belgio, Francia e anche Albania, che si sono guadagnati la ‘spunta verde’ in tutti gli ambiti analizzati (dalla presenza di una politica nazionale sulla sanità digitale, che pure l’Italia possiede, al governo dei big data nel settore, che invece all’Italia ancora sembra mancare), il nostro Paese si trova in una situazione di ‘stand by’ per quanto riguarda l’adozione di politiche, piani d’azione o strategie per la formazione in sanità digitale. Nel dettaglio, il report analizza anche la risposta a livello regionale nei vari ambiti, per cui la strategia sulla sanità digitale implementata nel 2016 risulta presente a livello nazionale e all’83% a livello regionale; il sistema informativo sanitario digitale adottato nel 2009 è presente a livello nazionale e al 79% a livello regionale, mentre per la telemedicina c’è una strategia nazionale e al 78% anche regionale. Mancano però progetti per la tele-dermatologia e la tele-psichiatria. I fondi nazionali per la sanità digitale risultano presenti sia livello nazionale che nel 100% delle regioni. Mancano ancora le partnership pubblico/privato, mentre risulta completo il quadro normativo e il sistema di monitoraggio. Bene anche il sistema delle prescrizioni elettroniche, con il 90% delle ricette che ormai è dematerializzato. Come accennato, infine, manca il governo dell’uso dei big data nel settore della sanità, anche nel settore privato.
Il rapporto – evidenzia l’OMS – mira a incoraggiare l’apprendimento condiviso, aiutare i paesi a identificare le barriere sanitarie digitali, esplorare le tendenze, orientare l’agenda per l’innovazione e contribuire all’attuazione del piano d’azione regionale sulla salute digitale per la regione europea dell’OMS. “La pandemia di COVID-19 ha favorito l’adozione di strumenti e politiche sanitarie digitali. Tuttavia, come vediamo dal nostro rapporto regionale, c’è ancora del lavoro da fare. Con i profili nazionali sulla sanità digitale, siamo in grado di dare uno sguardo più attento, identificando punti di forza, lacune ed esigenze. Ciò ci consentirà di fornire un supporto su misura ai nostri Stati membri nella loro trasformazione sanitaria digitale”, ha affermato la dott.ssa Natasha Azzopardi-Muscat, Direttore per le politiche e i sistemi sanitari nazionali presso l’OMS/Europa. Le informazioni presentate nei profili dei paesi sono state raccolte tra aprile e ottobre 2022. Pertanto, eventuali recenti progressi o cambiamenti nei rispettivi paesi oltre tale periodo potrebbero non essere riflessi. I profili dei paesi si basano sul rapporto regionale sulla salute digitale dell’OMS/Europa, che è stato pubblicato nel 2023 e ha fornito un’ampia panoramica dei dati e della salute digitale nella regione.
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