Via libera dal Consiglio dei Ministri al decreto legislativo che rivoluziona l’accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria, e Medicina Veterinaria. La nuova normativa, attesa da anni e prevista dalla legge di delega del 14 marzo 2025 n. 26, segna un passaggio storico: l’abolizione del tradizionale test d’ingresso nazionale, sostituito da un innovativo “semestre filtro”.
A partire dall’anno accademico 2025/2026, l’accesso a questi corsi sarà libero: ogni studente potrà iscriversi al primo semestre, denominato “semestre filtro”, senza dover sostenere un test d’ingresso iniziale. Tuttavia, la selezione non scompare: al termine del semestre, solo chi avrà superato tutti gli esami previsti e si sarà collocato in posizione utile nella graduatoria di merito nazionale potrà proseguire nel secondo semestre dei corsi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria.
Il semestre filtro comprenderà insegnamenti comuni nelle aree delle scienze biologiche, chimiche e fisiche, con programmi coordinati a livello nazionale. Gli studenti potranno iscriversi contemporaneamente a un secondo corso di laurea afferente all’area biomedica, sanitaria, farmaceutica o veterinaria (anche in un’università diversa), usufruendo della doppia iscrizione gratuita per il primo semestre.
L’obiettivo è duplice: garantire un accesso più equo e meno condizionato da una singola prova iniziale, e allo stesso tempo selezionare con criteri oggettivi e basati sul merito effettivo acquisito nel primo semestre.
Alla fine del semestre, il Ministero dell’Università predisporrà una graduatoria nazionale unica sulla base degli esami sostenuti. Gli studenti ammessi verranno immatricolati in una delle sedi indicate nella loro domanda, secondo l’ordine di preferenza e i posti disponibili.
Chi non supererà il semestre filtro potrà proseguire, anche in sovrannumero, nel secondo corso di studi scelto all’inizio, con il riconoscimento dei CFU già acquisiti, oppure optare per altri percorsi universitari.
Le università avranno l’obbligo di organizzare adeguatamente la didattica in caso di iscrizioni superiori alla propria capacità ricettiva e potranno offrire attività integrative. L’iscrizione al semestre filtro potrà essere ripetuta al massimo tre volte. Il sistema è pensato per essere flessibile, ma anche sostenibile dal punto di vista delle risorse disponibili.
Nella prima fase di applicazione, il nuovo sistema riguarderà solo le università statali. Per le università non statali legalmente riconosciute, il Ministero definirà successivamente modalità e tempi di attuazione. Sono esclusi anche i corsi erogati in lingua inglese.
“Finalmente Medicina volta pagina – spiega il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini -, superiamo il numero chiuso e diciamo addio ai test d’ingresso che per troppo tempo hanno spento i sogni e le ambizioni di tanti ragazzi. L’Università apre le proprie porte per formare chi desidera diventare medico”.
Il Ministro aggiunge: “Archiviamo i quiz d’ingresso che negli anni hanno generato più ricorsi al Tar che vera formazione. Diciamo basta a quella pletora di corsi di preparazione privati e costosi che hanno condizionato l’ingresso a Medicina sulla base del reddito e non del merito. Mettiamo fine – prosegue – all’odioso fenomeno dell’emigrazione di ragazzi e ragazze che pur di seguire la vocazione di diventare medici sono stati costretti ad andare all’estero perché respinti da test opachi e non qualificanti”.
“Questa riforma – sottolinea il Ministro – è una vera rivoluzione che mette al centro le esigenze degli studenti e risponde anche alla carenza di camici bianchi: in 7 anni le Università italiane formeranno 30mila medici in più, sostenute da maggiori risorse finanziare. Un investimento che rafforza il nostro sistema sanitario e continuando a garantire una formazione d’eccellenza”.
Ecco più nel dettaglio cosa prevede il provvedimento.
All’articolo 1, il decreto disciplina le nuove modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. L’obiettivo principale è rafforzare il Ssn, garantendo al tempo stesso qualità formativa e sostenibilità del sistema universitario.
Con l’articolo 2 vengono definiti i termini chiave del decreto: semestre filtro, iscrizione, immatricolazione, Ssn, Cfu, ecc.
L’articolo 3 prevede che, dal 2025/2026, l’iscrizione al primo semestre di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria sarà libera. Si supera la selezione iniziale del vecchio test per spostarla alla fine del primo semestre, introducendo un modello a sbarramento progressivo. Per evitare criticità legate al sovraffollamento: le università dovranno organizzare la didattica tenendo conto della propria capacità ricettiva; potranno adottare soluzioni didattiche adeguate a gestire un numero potenzialmente alto di iscritti.
L’articolo 4 disciplina le procedure di iscrizione. Gli studenti si iscrivono al semestre filtro e a un secondo corso (area biomedica o affine). Possono scegliere almeno 5 sedi preferite. Un decreto definirà classi di laurea, modalità d’iscrizione, durata semestre filtro, status dello studente, diritto allo studio. Si introduce una doppia iscrizione (senza oneri per il secondo corso) e una maggiore flessibilità iniziale. Il sistema tiene conto della mobilità e delle preferenze dello studente.
L’articolo 5 affida ad un decreto la definizione delle materie comuni del semestre filtro (biologia, chimica, fisica), con CFU minimi non inferiori a 18. Questo è un passaggio cruciale per uniformare la formazione iniziale, garantendo equità valutativa nella successiva selezione.
L’articolo 6 introduce la graduatoria di merito nazionale e ammissione al secondo semestre. In sostanza, l’accesso al secondo semestre dipende da CFU conseguiti e dal proprio posizionamento in graduatoria nazionale. La sede viene assegnata in base alle preferenze e disponibilità. Se non ammesso, lo studente può proseguire nell’altro corso scelto, con riconoscimento dei CFU comuni. Si punta così a garantire una “rete di sicurezza” per chi non accede alla prosecuzione in Medicina.
L’articolo 7 stabilisce che le università riceveranno i fondi del Fondo per il Finanziamento Ordinario (FFO) in base al numero di studenti effettivamente immatricolati al secondo semestre, non al semestre filtro. Questo al fine di evitare distorsioni nel finanziamento legate a iscrizioni solo iniziali, senza prosecuzione.
L’articolo 8 prevede che, in una fase iniziale, le nuove regole non si applicano alle università non statali. Un decreto disciplinerà l’applicazione agli studenti già iscritti e il riconoscimento dei CFU. Vengono esclusi anche i corsi erogati in lingua inglese. Si stabilisce un’applicazione graduale e garantisce continuità per gli studenti già iscritti, tenendo conto della complessità del sistema universitario.
Con l’articolo 9 sono abrogate le parole che rendevano a numero chiuso l’accesso ai corsi di medicina, odontoiatria e veterinaria nella legge 264/1999.
L’articolo 10 introduce una clausola di invarianza finanziaria. Nessun nuovo onere per la finanza pubblica; le università agiscono con risorse già disponibili.
Infine, l’articolo 11 stabilisce che il decreto entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
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