Lombardia. Nomine di fine anno, nuovi dg per Ats, Asst e Irccs
La Giunta regionale della Lombardia, su proposta dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso, ha assunto negli scorsi giorni una […]
Una ricerca pubblicata su The Journal of Nutrition, Health and Aging ha esaminato come la quantità di calorie e la qualità della colazione influenzino gli indicatori cardiometabolici in adulti più anziani con alto rischio cardiovascolare. Lo studio, condotto nell’ambito del progetto PREDIMED-Plus, ha seguito 383 partecipanti di età compresa tra 55 e 75 anni per un periodo di 36 mesi.
I partecipanti, tutti con sindrome metabolica, sono stati suddivisi in categorie in base all’apporto calorico della colazione: basso (<20% delle calorie giornaliere), medio (20-30%, usato come riferimento) e alto (>30%). La qualità della colazione è stata valutata con il Meal Balance Index, distinguendo tra qualità sopra o sotto la mediana. I risultati sono stati analizzati tenendo conto di fattori come età, sesso, abitudini alimentari, attività fisica e condizioni preesistenti come diabete e ipertensione.
A 36 mesi, le colazioni a basso o alto contenuto calorico sono state associate a un aumento dell’adiposità e dei livelli di trigliceridi, oltre a una riduzione del colesterolo HDL. Rispetto alla categoria di riferimento, le colazioni a basso contenuto calorico hanno mostrato un incremento del BMI di 0,61 kg/m² e della circonferenza vita di 2,22 cm, mentre le colazioni ad alto contenuto calorico hanno prodotto aumenti ancora maggiori (1,18 kg/m² e 4,57 cm rispettivamente). Per i trigliceridi, gli aumenti sono stati di 13,8 mg/dL per le colazioni a basso contenuto calorico e 28,1 mg/dL per quelle ad alto contenuto calorico, con una riduzione significativa del colesterolo HDL in entrambe le categorie.
Anche la qualità della colazione ha avuto un impatto rilevante: colazioni di bassa qualità sono state associate a una maggiore circonferenza vita (+1,50 cm), livelli più alti di trigliceridi (+5,81 mg/dL), una riduzione del colesterolo HDL (−1,66 mg/dL) e un declino della funzione renale, misurata con una diminuzione della velocità di filtrazione glomerulare stimata (−1,22 mL/min/1,73m²).
Fonte: J Nutr Health Aging. 2024
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1279770724004949?via%3Dihub
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