Connettività cerebrale come biomarcatore per predire l’efficacia della stimolazione del midollo spinale

Uno studio pubblicato sul British Journal of Anaesthesia ha esplorato il potenziale della risonanza magnetica funzionale a riposo (rs-fMRI) come strumento per prevedere l’efficacia della stimolazione del midollo spinale (SCS) nei pazienti con dolore cronico intrattabile. Sebbene la SCS sia una terapia consolidata per il trattamento di questi pazienti, la sua efficacia varia tra gli individui, rendendo necessaria la ricerca di biomarcatori predittivi.

Lo studio ha coinvolto 29 pazienti, suddivisi in due gruppi in base alla risposta alla SCS: il gruppo dei “responder” (14 partecipanti) e quello dei “non-responder” (15 partecipanti), determinati dal tasso di sollievo dal dolore dopo il trattamento. Prima del trial di SCS, tutti i partecipanti hanno effettuato scansioni rs-fMRI. L’analisi si è focalizzata sulla connettività funzionale tra il cingolo anteriore medio (middle anterior cingulate cortex) e il precuneo/corteccia cingolata posteriore, che ha mostrato differenze significative tra i due gruppi e una correlazione negativa con il tasso di sollievo dal dolore.

I risultati hanno evidenziato che la connettività funzionale può predire la risposta alla SCS con una sensibilità del 71% e una specificità dell’87% (area sotto la curva: 0,814; P<0,001). Questi dati indicano che una connettività più forte tra le regioni cerebrali analizzate è associata a una minore probabilità di risposta positiva alla SCS.

In conclusione, la connettività funzionale tra il cingolo anteriore medio e il precuneo/corteccia cingolata posteriore rappresenta un promettente biomarcatore per stimare la probabilità di successo della SCS prima del trattamento. Questo approccio potrebbe ottimizzare la selezione dei pazienti candidati a questa terapia, migliorandone l’efficacia e riducendo i fallimenti terapeutici.

Fonte: Br J Anaesth. 2024

https://www.bjanaesthesia.org/article/S0007-0912(24)00613-5/abstract

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