Germi resistenti agli antibiotici. L’allarme Simit
L'antibiotico-resistenza (AMR) si conferma una delle principali minacce per la salute pubblica a livello globale. Lo ha rimarcato […]
Uno studio pubblicato su Heart ha analizzato l’impatto della pandemia di Covid-19 sull’incidenza della cardiopatia ischemica (CHD) in Baviera, Germania, confrontando i tassi di diagnosi nel periodo pandemico (2020-2021) con quello pre-pandemico (2012-2019). Lo studio ha utilizzato i dati dell’assicurazione sanitaria di circa 9 milioni di residenti adulti (≥20 anni), calcolando i tassi di incidenza standardizzati per età e analizzandoli tramite modelli di regressione temporale.
Nel decennio considerato sono stati diagnosticati 797.074 nuovi casi di cardiopatia ischemica, con una distribuzione equa tra uomini e donne (47% donne). I tassi di incidenza pre-pandemici hanno mostrato un calo annuale significativo sia negli uomini (−5,2% all’anno, IC 95%: −5,7% a −4,7%) che nelle donne (−6,6% all’anno, IC 95%: −7,3% a −6,0%), con un picco stagionale osservato nel quarto trimestre dell’anno.
Durante il periodo pandemico, i tassi di incidenza non hanno mostrato variazioni significative rispetto alla tendenza pre-pandemica, né negli uomini né nelle donne. Tuttavia, i dati suggeriscono un rallentamento del declino dell’incidenza, più marcato nelle donne (−0,7% all’anno, IC 95%: −6,0% a 4,8%) rispetto agli uomini (−1,7% all’anno, IC 95%: −6,0% a 2,8%).
Questi risultati indicano che la pandemia di Covid-19 non ha avuto un impatto chiaro sull’incidenza della cardiopatia ischemica, nonostante il calo osservato negli anni precedenti abbia subito un lieve rallentamento. Lo studio evidenzia l’importanza di continuare a monitorare l’incidenza delle malattie croniche, anche oltre la pandemia, per garantire una gestione ottimale e costante delle cure.
Fonte: Heart – BMJ Journals
https://heart.bmj.com/content/early/2024/11/13/heartjnl-2024-324181
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