Insulino-resistenza e adiposità viscerale: un’interazione complessa nel rischio cardiovascolare

Uno studio pubblicato su Cardiovascular Diabetology ha approfondito l’interazione tra insulino-resistenza (IR), misurata tramite l’indice trigliceridi-glucosio (TyG), e adiposità viscerale, rappresentata dal Chinese Visceral Adiposity Index (CVAI), nell’influenzare il rischio di malattie cardiovascolari (CVD). Questi due fattori metabolici, riconosciuti come chiave nello sviluppo delle CVD, potrebbero agire in modi non lineari e complessi.

La ricerca ha analizzato i dati di 8.358 partecipanti dello studio longitudinale CHARLS (China Health and Retirement Longitudinal Study) con un follow-up di 9 anni. I partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi in base ai valori mediani di TyG (8,59) e CVAI (101,26). Modelli di regressione di Cox e analisi Kaplan-Meier sono stati utilizzati per valutare le associazioni tra TyG, CVAI e rischi di CVD, cardiopatia ischemica (CHD) e ictus.

Durante il periodo di studio, il 14,8% dei partecipanti ha sviluppato CVD (896 casi di CHD e 475 di ictus). I risultati principali hanno mostrato che il rischio più elevato di CVD era associato a individui con basso TyG ma alto CVAI (HR=1,87, IC 95%: 1,57–2,24), seguiti da quelli con alti valori di entrambi gli indici (HR=1,75, IC 95%: 1,49–2,06). Sorprendentemente, l’interazione tra TyG elevato e CVAI elevato ha mostrato un effetto antagonista sul rischio di CVD e CHD, con un effetto meno marcato sull’ictus.

Le analisi di sottogruppo e le sensibilità hanno confermato la robustezza di questi risultati, evidenziando coerenza attraverso diverse fasce di età, generi e condizioni cliniche. Questo studio sottolinea come la combinazione di IR e adiposità viscerale non agisca semplicemente in modo additivo, ma possa influenzare il rischio cardiovascolare in modi complessi.

In conclusione, considerare simultaneamente l’insulino-resistenza e l’accumulo di grasso viscerale è cruciale per migliorare l’identificazione dei soggetti ad alto rischio di CVD. Questi risultati aprono la strada a nuove strategie per la valutazione e la gestione del rischio cardiovascolare.

Fonte: Cardiovasc Diabetol.2024

https://cardiab.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12933-024-02518-2

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