Liste di attesa. Schillaci: “Numeri reali a febbraio con piattaforma Agenas. Ancora non raggiunta equità prevista dalla Costituzione”

Sulle liste d’attesa “a febbraio avremo, con Agenas, la piattaforma nazionale che ci permetterà di sapere quali prestazioni, quali esami, quali terapie hanno un ritardo e in quali territori. Numeri reali e situazioni concrete su cui potremo quindi intervenire efficacemente”. Lo ha spiegato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo all’incontro ‘Costruire una sanità equa’, appuntamento dedicato all’impegno dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), oggi a Roma al ministero della Salute.

Quella delle liste d’attesa “credo sia la carta di presentazione, insieme ai problemi del pronto soccorso, meno bella, del nostro Servizio sanitario nazionale”, ha detto il ministro. Sul tema “questo Governo ed io ci abbiamo messo la faccia, ci siamo impegnati” a risolvere “un problema almeno ventennale”. E i problemi, ha aggiunto, “vanno affrontati partendo dai numeri. Fino ad oggi non esisteva una piattaforma nazionale che descrivesse il fenomeno in maniera asettica”. In questo modo “non si poteva intervenire seriamente, ma solo facendo demagogia”, ha concluso Schillaci, ricordando che “abbiamo dato un segnale anche in Finanziaria: abbiamo introdotto una premialità per le Regioni che ridurranno di più le liste d’attesa”.

Il ministro ha evidenziato che “il nostro Servizio sanitario nazionale è nato con una missione universalistica: garantire a ogni cittadino, indipendentemente dalla sua condizione economica, sociale o geografica, l’accesso alle cure e la tutela del diritto alla salute. Tuttavia, questa ambizione espressamente prevista dalla Costituzione a volte non è ancora pienamente attuata. Il contrasto alle disuguaglianze di salute rappresenta un pilastro del nostro sistema sanitario e una priorità del ministero della Salute. Le persone con minori risorse, basso livello di istruzione o residenti in contesti svantaggiati affrontano un rischio maggiore di malattie; vedono ridotta la propria aspettativa di vita e incontrano difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari essenziali, come, per esempio, quelli di prevenzione. Come ministero, ci siamo immediatamente impegnati in modo costante e determinato per colmare questi divari, anche con il supporto dell’Inmp che rappresenta un alleato tecnico-scientifico fondamentale per affrontare questa sfida. Dall’assistenza specialistica del poliambulatorio agli interventi sul campo nelle aree più vulnerabili, fino alla realizzazione di progetti mirati, l’Inmp rappresenta un esempio di come le istituzioni possano essere veramente vicine ai cittadini, soprattutto ai più fragili”.

Il ministero della Salute, ha aggiunto Schillaci, “ha scelto di rafforzare questo impegno attraverso il Programma nazionale ‘Equità nella salute’, in cui l’Inmp svolge il ruolo strategico di organismo intermedio per il contrasto alla povertà sanitaria. In particolare, il programma si concentra sulle 7 regioni del Sud, dove le disuguaglianze sono più marcate. Attraverso investimenti mirati, stiamo intervenendo per migliorare l’accesso ai servizi, potenziare la tecnologia sanitaria e formare il personale. Questi interventi, sostenuti da un quadro normativo adeguato, mirano anche a ridurre le liste d’attesa e a garantire una sanità realmente accessibile a tutti. Ma sappiamo che questo da solo non basta. Contrastare le disuguaglianze richiede, infatti, una visione di lungo termine, basata su investimenti nella ricerca, nella formazione e nell’innovazione”.

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