Efficacia del reclutamento per i trials clinici tramite cartella clinica elettronica

Il reclutamento attraverso Cartella clinica elettronica e portale dedicato offre un approccio semplice, per coinvolgere i pazienti negli studi clinici. A mostrarlo sono Megan Schwinne e colleghi della Emory University di Atlanta (USA), in una ricerca pubblicata sul Journal of Clinical and Translational Science. Secondo il team, sebbene vi siano differenze nella risposta complessiva agli studi e nell’interesse suscitato, queste differenze non riducono il valore del reclutamento tramite dati elettronici, anche se è necessario continuare a esaminare le variazioni nei modelli di risposta tra diversi gruppi per identificare l’uso più efficace di questa strategia e massimizzare la rappresentatività nell’arruolamento.
I dati elettronici raccolti nel FSE
I dati della Cartella clinica elettronica sono contenuti nel Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), che ha trasformato l’archiviazione delle informazioni mediche, offrendo agli operatori una visione completa e organizzata dei dati dei pazienti e una maggiore accessibilità alle informazioni. In Italia, il FSE, contiene la storia clinica del paziente, rappresentata da un insieme di dati e documenti, anche in riferimento a prestazioni erogate al di fuori del Servizio Sanitario Nazionale. Così, tra i dati che si possono visualizzare, a parte le esenzioni per patologie e le deleghe, vi sono i referti, i verbali di pronto soccorso, le lettere di dimissioni, le prescrizioni e la cartella clinica.
Il reclutamento per gli studi clinici
Attualmente, la fase di reclutamento per la ricerca clinica è un punto critico, dal momento che richiede fino al 30% del tempo complessivo speso in ricerca e consuma risorse significative.
Le strategie di reclutamento tradizionali, come la pubblicità online e di persona, le interazioni medico-paziente e le revisioni manuali delle cartelle, sono spesso inefficienti, richiedono molto lavoro e non riescono a comunicare al meglio gli scopi al paziente. Queste limitazioni portano a conseguenze negative, con l’80% delle sperimentazioni che non riesce a raggiungere gli obiettivi di arruolamento e il 19% che viene interrotto a causa di un reclutamento inadeguato. Anche garantire un campione diversificato e rappresentativo di partecipanti è una priorità importante.
L’indagine sull’uso del FSE nel reclutamento
Il team ha esaminato dieci studi che hanno utilizzato FSE e portali dedicati ai pazienti per identificare e reclutare 24.000 persone in un anno. La strategia adottata ha raggiunto in modo efficiente una popolazione di pazienti ampia e diversificata, con un tasso di risposta del 20% e con la maggior parte delle risposte che è arrivata entro 24 ore. Inoltre, l’interesse degli intervistati, al 56%, ha evidenziato la potenziale efficacia dell’approccio in studio.
I maschi avevano tassi di risposta inferiori e tra i fattori predittivi della risposta e dell’interesse verso la ricerca vi era un maggiore utilizzo dell’assistenza sanitaria, con frequenti incontri e uso di farmaci; mentre le comorbilità non erano correlate. In ultimo, i ricercatori hanno osservato che, per l’arruolamento, sono necessari ulteriori passaggi, tramite questionari o revisione dettagliata delle cartelle cliniche, e che i messaggi di reclutamento devono essere adattati, utilizzando un linguaggio chiaro e appropriato, in linea con gli obiettivi dello studio. Infine, dal momento che la maggior parte dei partecipanti esprime interesse subito, è fondamentale un follow-up tempestivo.
Riferimenti:
Schwinne M. et al., Transforming research recruitment: Leveraging HER systems and patient portals. Journal of Clinical and Translational Science (2024) Dec26;9(1):e10
Fascicolo sanitario elettronico. Cosa contiene.