I vantaggi per l’ambiente della telemedicina: valutato l’impatto sulle riduzioni di emissioni di CO2

Oltre ai vantaggi per i pazienti che non devono spostarsi, la telemedicina consente di ridurre le emissioni di CO2. A quantificare l’effetto è uno studio pubblicato su JAMA Oncology, che ha preso in considerazione, in particolare, l’impatto positivo sull’ambiente della telemedicina nell’assistenza delle persone con un tumore. Lo studio, guidato da Andrew Hantel del Dana-Faber Cancer Institute di Boston (USA), mostra che la decentralizzazione delle cure tramite la telemedicina e l’assistenza locale può ridurre in modo sostanziale le emissioni di gas serra.

La telemedicina e i servizi minimi

In Italia, nell’ambito della Missione 6 Salute prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la telemedicina assume un ruolo primario attraverso specifiche aree di intervento. Una di queste riguarda l’ambito della riforma dell’assistenza territoriale, in cui la persona, nella propria comunità di riferimento, viene messa al centro. L’obiettivo è di portare la casa a essere il primo luogo di cura. In quest’ottica di riorganizzazione, le soluzioni digitali possono rivestire un ruolo chiave per la riduzione dei tempi di attesa per le visite, per il miglioramento dell’accessibilità ai servizi sanitari, per l’ottimizzazione delle risorse e degli strumenti disponibili e per un aumento generale dell’efficienza del Servizio sanitario nazionale.

Al fine di assicurare un’attivazione uniforme della telemedicina su tutto il territorio nazionale, il PNRR prevede dei servizi minimi di telemedicina. In particolare, si parla di televisita, teleconsulto e teleconsulenza medico-sanitaria, teleassistenza e telemonitoraggio. Questi servizi sono definiti dall’Accordo Stato Regioni del 17 dicembre 2020 che ha definito le Indicazioni nazionali per l’erogazione delle prestazioni di telemedicina.

L’impatto sull’ambiente dell’assistenza sanitaria

L’assistenza sanitaria produce quantità sostanziali di emissioni di gas serra che concorrono al cambiamento climatico e ai danni alla salute, a valle. Negli USA, secondo le stime, l’assistenza sanitaria genera l’8,5% di tutte le emissioni a un costo di 388.000 anni di vita aggiustati per disabilità all’anno (Disability-adjusted life-years – DALY), simili alle vite perse a causa del cancro del colon-retto. In particolare, il trasporto è il principale fattore che contribuisce alle emissioni di gas serra negli USA. La riduzione delle emissioni dei trasporti è possibile con un passaggio all’oncologia decentralizzata, ad esempio sfruttando la telemedicina e/o l’assistenza locale, quando possibile.

I vantaggi per l’ambiente della telemedicina

Per misurare l’impatto della telemedicina, Hantel e colleghi hanno preso in considerazione 123.890 pazienti di età media pari a 59 anni, al momento della prima diagnosi di tumore. I pazienti sono stati visitati per oltre 1,6 milioni di giorni di visita. Dall’analisi è emerso che la riduzione assoluta media delle emissioni di CO2 per giorno di visita tra il periodo prima di introdurre la telemedicina e il post è stata di 36,4 kg (IC 95%: 36,2 – 36,6), una riduzione dell’81,3% (IC 95%: 80,8 – 81,7) rispetto al modello di base. Nel modello di assistenza decentralizzata, inoltre, c’è stata una riduzione relativa delle emissioni del 33,1% (IC 95%: 32,9 – 33,3). Il dato, rapportato ai 10,3 milioni di persone comprese nel dataset Cancer in North America (CiNA), mostra che l’assistenza decentralizzata ridurrebbe le emissioni negli USA di 75,3 milioni di kg di CO2 l’anno, che corrisponderebbe a una riduzione annuale stimata di 15,0 – 47,7 anni DALY.

Riferimenti: