L’intelligenza artificiale può mostrare empatia, a supporto della comunicazione medico-paziente

L’intelligenza artificiale può mostrare empatia, a supporto della comunicazione medico-paziente
L’intelligenza artificiale può essere utile quando è richiesta un’interazione empatica, per affrontare la crescente necessità di empatia nella comunicazione medica. Spesso, infatti, gli operatori sanitari, per proteggersi dal burnout o per gestire il disagio personale, possono evitare di empatizzare con il malato. In questi casi, gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale (IA) possono essere d’aiuto alla comunicazione, così come possono essere di supporto nel caso di ridotta disponibilità di risorse umane. Lo evidenzia una ricerca pubblicata su Communications Psychology da un gruppo coordinato da Dariya Ovsyannikova, dell’Università di Toronto, in Canada, secondo il quale l’interazione con
L’empatia in ambito clinico
L’empatia è fondamentale per rafforzare i legami sociali e promuovere una comunicazione efficace. Consente agli individui di bilanciare i propri interessi con il benessere degli altri attraverso esperienze ed emozioni condivise. Psicologicamente, l’empatia ha anche un effetto benefico sulle persone, che si sentono comprese quando gli altri enfatizzano con loro. Nonostante l’impatto positivo dell’empatia, però, lo sforzo richiesto per esprimerla può essere impegnativo per chi empatizza, rendendo gli individui meno propensi a rispondere empaticamente. Questo fenomeno è noto come evitamento dell’empatia e sembra essere particolarmente evidente in contesti clinici, in cui gli operatori sanitari possono sacrificare parte della loro capacità di empatizzare per evitare il burnout, gestire il disagio personale o bilanciare il loro coinvolgimento emotivo con la necessità di allocare efficacemente le risorse a ciascun paziente, soprattutto nei casi complessi.
I vantaggi di un’IA empatica
Diverse evidenze mostrano i potenziali benefici dell’interazione con un’IA empatica. Ad esempio, il fatto che le interazioni con l’IA siano anonime e coinvolgano macchine può facilitare una maggiore divulgazione di informazioni personali da parte dei pazienti, che non si sentono criticati. Questo fenomeno è particolarmente importante dal momento che è stato dimostrato che sia l’atto che il grado di auto-rivelazione aumentano l’intimità percepita e il benessere dell’interazione, nonché la fiducia. Tuttavia, sapere che le risposte, per quanto empatiche, sono generate dall’IA potrebbe essere influenzato da preconcetti, come la percezione che l’IA, a differenza degli umani, non ha una vera esperienza emotiva e quindi non può preoccuparsene. Da qui, potrebbe nascere uno scetticismo sulle capacità empatiche dell’IA, indipendentemente dalla sua effettiva efficacia.
La valutazione dell’empatia dell’IA
Lo studio canadese ha confrontato la qualità delle risposte empatiche scritte dall’IA con quelle degli esseri umani, per capire se l’IA può eguagliare o superare la qualità delle risposte fornite da uomini empatici e se le persone preferiscono una risposta empatica dall’IA rispetto a un essere umano. I 556 partecipanti hanno letto suggerimenti di empatia che descrivevano esperienze personali e hanno confrontato le risposte dell’IA con quelle fornite dagli umani, non esperti o esperti in empatia. I risultati hanno rivelato che le risposte dell’IA erano preferite e valutate come più compassionevoli rispetto a quelle date dagli umani. Queste evidenze sono state confermate quando ai partecipanti è stata rivelata l’identità dell’autore delle risposte. Le persone hanno percepito l’IA come più reattiva, in grado di trasmettere comprensione e premura e hanno preferito in modo consapevole le risposte dell’IA a quelle generate dall’uomo. Questi metodi, dunque, possono rappresentare una risorsa strategica nei casi di supporto in cui le risorse umane sono ridotte.
Riferimenti:
Ovsyannikova D. et al., Third-party evaluators perceive AI as more compassionate than expert humans. Communications Psychology (2025); 3(1):4