Aggressioni al personale. Schillaci: “Accanto a misure deterrenti, corsi di formazione per operatori e campagne di comunicazione”

Per contrastare il fenomeno delle aggressioni al personale, accanto alle misure deterrenti e repressive già in vigore e quelle in via di definizione, “ritengo importante ricordare tutto ciò che per prevenzione è proposto nell’ambito dei lavori dell’Osservatorio nazionale della sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie. Attualmente, l’Osservatorio, ricostituito con decreto del Ministero della Salute nel dicembre 2023, sta espletando un’attività di studio e di approfondimento per ammodernare le raccomandazioni e predisporre standard minimi dei contenuti dei corsi di formazione rivolti a tutti gli operatori del settore sanitario e alla previsione di adeguate campagne di comunicazione, per sensibilizzare la popolazione, come strumento che riteniamo particolarmente efficace per ristabilire il rapporto fiduciario tra pazienti e sanitari”.

Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo in aula alla Camera all’interrogazione sul tema presentata da Alice Buonguerrieri (FdI).

Di seguito la risposta integrale del ministro Schillaci.

“Grazie, Presidente, e grazie agli onorevoli interroganti, perché mi permettono, anche in quest’Aula parlamentare, di illustrare le misure adottate o in via di adozione per fronteggiare questa problematica, veramente delicata, sulla violenza ai danni dei medici e degli operatori sanitari. È una tematica di grande rilevanza e presenta aspetti di criticità; di questo, il Dicastero della Salute ha piena consapevolezza e su questo – come già ricordato – abbiamo avviato e sviluppato un progetto organico di contrasto, nel rispetto anche delle competenze delle regioni, il già citato decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, con il quale questo Governo ha disposto la modifica del secondo comma dell’articolo 583-quater del codice penale. Con il medesimo decreto-legge è stata prevista la possibilità, da parte del questore, di costituire posti fissi della Polizia di Stato presso le strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate. Sulla base di questo, i posti di Polizia, nell’ultimo anno, sono aumentati da 120 a 196 e il numero dei poliziotti negli ospedali è aumentato da 299 a 432. Inoltre, ricordo che il delitto di lesioni nei confronti della medesima categoria di professionisti è stato reso procedibile d’ufficio, indipendentemente dalla volontà della vittima di sporgere denuncia.

I recenti fatti di cronaca, con una recrudescenza delle aggressioni, soprattutto in quelli che consideriamo i posti di frontiera (i pronto soccorso), hanno poi indotto il mio Ministero a proporre ulteriori, urgenti misure normative. In particolare, l’ultima riunione si è tenuta proprio ieri a Palazzo Chigi con i Ministri della Giustizia e dell’Interno e con la Presidenza del Consiglio dei ministri. Stiamo mettendo a punto un intervento normativo d’urgenza che inserisca i delitti di lesione e ogni atto di violenza nei confronti dei sanitari tra quelli che l’articolo 380 del codice di procedura penale contempla, anche a prescindere dalla pena edittale, come quelli che giustificano l’arresto obbligatorio in flagranza di reato con atti di violenza morale e materiale nei confronti del personale sanitario. All’uopo si utilizza il modello già da ultimo contemplato dal codice per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica, ossia ipotizziamo anche la flagranza differita o prolungata. Inoltre, per garantire l’ordine e la sicurezza negli ospedali, stiamo vagliando la possibilità di prevedere misure appropriate per filtrare l’accesso dei visitatori e incrementare i sistemi di videosorveglianza.

Accanto alle misure deterrenti e repressive che ho richiamato, ritengo importante ricordare tutto ciò che per prevenzione è proposto nell’ambito dei lavori dell’Osservatorio nazionale della sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie. Attualmente, l’Osservatorio, ricostituito con decreto del Ministero della Salute nel dicembre 2023, sta espletando un’attività di studio e di approfondimento per ammodernare le raccomandazioni e predisporre standard minimi dei contenuti dei corsi di formazione rivolti a tutti gli operatori del settore sanitario e alla previsione di adeguate campagne di comunicazione, per sensibilizzare la popolazione, come strumento che riteniamo particolarmente efficace per ristabilire il rapporto fiduciario tra pazienti e sanitari”.

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