Virus respiratorio sinciziale associato a rischio cardiovascolare aumentato negli adulti
Uno studio pubblicato su JAMA Network Open ha rilevato un aumento significativo del rischio cardiovascolare a un anno […]
Il significato prognostico degli eosinofili nel prevedere la mortalità è diventato particolarmente evidente durante la pandemia di COVID-19. Un’equipe di ricercatori ha effettuato una revisione sistematica e una meta-analisi con lo scopo di valutare il valore prognostico del basso livello di eosinofili periferici (eosinopenia), con focus sulla loro dinamica (recupero degli eosinofili), nei pazienti con infezioni. Sono stati esplorati con attenzione i database MEDLINE, Embase, Scopus, Web of Science e Cochrane Library alla ricerca di lavori pertinenti pubblicati dall’inizio fino al 1° dicembre 2023.
Sono stati valutati studi di coorte che coinvolgevano pazienti adulti ospedalizzati con infezioni utilizzando una metodologia a doppio revisore. Alla fine, gli esperti hanno selezionato 151 documenti che hanno soddisfatto i criteri di inclusione: 107 incentrati sulla COVID-19, 14 sulla sepsi, 9 su Clostridioides difficile, 6 su esacerbazioni acute di BPCO e 17 su altre infezioni. La maggior parte degli studi ha riportato livelli di eosinofili significativamente più bassi all’ammissione nei non-sopravvissuti rispetto ai sopravvissuti.
La meta-analisi con modello a effetti casuali ha mostrato una differenza media di eosinofili tra i deceduti e i sopravvissuti di -15,31 per la COVID-19 e di -44,6 per la sepsi. La mortalità con eosinopenia ha mostrato una bassa certezza delle evidenze per C. difficile e molto bassa per la COVID-19. I sopravvissuti hanno generalmente registrato un aumento del numero di eosinofili entro i primi 2-5 giorni di ospedalizzazione, mentre i deceduti avevano livelli persistentemente bassi. Gli Autori concludono che l’eosinopenia, in particolare il trend del recupero degli eosinofili, può servire come un biomarcatore prognostico economicamente vantaggioso e accessibile per la mortalità nei pazienti con infezioni.
Fonte: Ann Med. 2025
https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/07853890.2025.2541084#d1e878