Infezioni fungine post trapianto di cellule emopoietiche: elementi di rischio

Le infezioni fungine invasive (IFI) sono complicazioni infettive comuni dopo il trapianto di cellule staminali emopoietiche (HSCT) e mettono seriamente a repentaglio la sopravvivenza dei pazienti. Li Biyun e i suoi collaboratori hanno svolto una  revisione sistematica con la finalità di indagare i fattori di rischio associati alle IFI dopo trapianto di cellule staminali emopoietiche (HSCT).

Due revisori hanno condotto in modo indipendente la selezione degli studi e l’estrazione dei dati. I fattori di rischio per IFI, aspergillosi invasiva o infezioni da muffe invasive e da candida, dopo HSCT, sono stati identificati e segnalati separatamente tramite meta-analisi utilizzando RevMan 5.4 e linguaggio R 4.1.2.

Sono stati esplorati attentamente i database Pubmed, EMBASE, Web of Science e Cochrane Library, fino al mese di aprile del 2023, alla ricerca di studi caso-controllo o di coorte che hanno valutato i fattori di rischio per le IFI tra i riceventi di trapianto di cellule staminali emopoietiche. Gli IFI sono stati definiti secondo i criteri dell’Organizzazione europea per la ricerca e il trattamento del cancro/gruppo di studio sulle micosi (EORTC/MSG).

Per la valutazione del rischio di bias è stata utilizzata una versione modificata della scala Newcastle-Ottawa ed è stato impiegato un modello a effetti casuali con il metodo Mantel-Haenszel per raggruppare i risultati degli studi primari.

Dei 1.637 documenti inizialmente reperiti, gli esperti hanno selezionato 51 studi, per un totale di 109.155 pazienti, 45 dei quali contenenti dati adeguati per la meta-analisi. I fattori di rischio identificati per le IFI includevano neutropenia prolungata, terapia per la cura della malattia da trapianto contro l’ospite (GVHD), trapianto o un’ IFI provata o probabile precedenti, GVHD acuta ≥ grado II, GVHD cronica estesa o grave, uso di globulina antitimocitaria durante il trapianto, trapianto aploidentico, glucocorticoidi ad alto dosaggio, infezione da virus di Epstein-Barr, infezione o riattivazione da citomegalovirus e valori bassi di albumina. Al contrario, la profilassi antifungina è emersa come unico fattore preventivo. Per l’aspergillosi invasiva o le infezioni da muffe  invasive, i principali fattori di rischio erano rappresentati da GVHD cronica estesa o grave, infezione virale respiratoria, glucocorticoidi ad alto dosaggio, GVHD acuta ≥ grado II e da disadattamento dell’antigene leucocitario umano. L’infusione di sangue del cordone ombelicale era l’unico fattore di rischio significativo per la candidosi invasiva anche se risulta probabile un alto grado di interdipendenza tra i vari fattori di rischio.

Gli Autori auspicano che la meta-analisi possa offrire informazioni utili per stratificare i pazienti che sono a rischio elevato di IFI e per promuovere strategie preventive antimicotiche.

Fonte: Clin Microbiol Infect. 2024

https://www.clinicalmicrobiologyandinfection.com/article/S1198-743X(24)00024-7/abstract

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