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Uno studio pubblicato nel 2021 su Clinical Oral Investigations da un gruppo di ricerca della National and Kapodistrian University di Atene e dell’Academy of Athens ha rivoluzionato la comprensione della cheratocisti odontogena (OKC), focalizzandosi sulla sindrome del nevo basocellulare (BCNS).
L’obiettivo principale della ricerca era chiarire se l’analisi immunoistochimica potesse fornire marcatori distintivi tra le OKC associate a BCNS e quelle sporadiche. La sindrome del nevo basocellulare, infatti, è nota per essere correlata a un aumento del rischio di sviluppare OKC, ma la differenziazione tra le due varianti è stata spesso problematica. Gli autori dello studio, una revisione sistematica e una meta-analisi che ha incluso 71 articoli, hanno valutato diversi marcatori. Sorprendentemente, 25 studi riportavano un’alta espressione di 29 marcatori nelle OKC associate a BCNS, senza una chiara distinzione tra i due sottotipi. I ricercatori hanno osservato che alcuni marcatori, come bcl-2, Cyclin D1, CD56, CK18, p53 e PCNA, comunemente utilizzati nell’analisi immunoistochimica, non sono in grado di distinguere con certezza tra le OKC associate a BCNS e quelle sporadiche. Nonostante le aspettative, l’analisi ha dimostrato che, sebbene vari marcatori possano caratterizzare il fenotipo delle OKC, la loro capacità di discriminazione è limitata. Questo solleva importanti questioni sulla diagnosi differenziale tra BCNS associata a OKC e OKC sporadiche.
Pertanto, la ricerca sottolinea l’importanza di ulteriori approfondimenti, suggerendo che l’immunoistochimica, benché utile, potrebbe non essere sufficiente per distinguere le due varianti di OKC. La sua integrazione con tecnologie diagnostiche alternative, come le analisi genomiche, potrebbe rivelarsi cruciale per una diagnosi più accurata e una gestione più efficace dei pazienti affetti da BCNS e OKC sporadiche.
Fonte: Clinical oral investigations, 2021
https://link.springer.com/article/10.1007/s00784-021-03877-w
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