Def. Nel 2023 per la sanità la spesa aumenta di 4,3 mld rispetto alla Nadef 2022
17.04.2023 | Quotidiano Sanità
Più risorse per la sanità nel Def 2023 appena approvato dal Governo . Migliorano infatti le stime di spesa rispetto alla Nadef di novembre 2022. Ma vediamo i numeri. La spesa sanitaria prevista per il 2023 è pari a 136.043 milioni, con un tasso di crescita del 3,8 per cento rispetto all’anno precedente con un’incidenza sul Pil del 6,7%. Un progresso di 4,3 mld rispetto alla Nadef 2022 che segnalava per il 2023 una spesa a 131,724 mld con un’incidenza al 6,6% del Pil. Nel 2024 è confermato però un calo della spesa che scenderà a quota 132,737 mld al 6,3% del Pil. Dato però migliore della Nadef 2022 che segnava una spesa a 128,708 mld e un’incidenza sul Pil al 6,2% del Pil. Nel 2025 il Def prevede una spesa di nuovo in crescita a 135,034 mld ma con un impatto sul Pil del 6,2% (Nella Nadef l’incidenza era del 6,1% e la spesa era di 129,428 mld). Per il 2026 la spesa salirà ancora a quota 138,399 mld ma l’incidenza sul Pil rimarrà costante al 6,2%.
Previsioni per l’anno 2023 La spesa sanitaria prevista per il 2023 è pari a 136.043 milioni, con un tasso di crescita del 3,8 per cento rispetto all’anno precedente quando la spesa era stata 131,1 mld pari al 6,9% del Pil.
Nel dettaglio, la previsione evidenzia:
per i redditi da lavoro dipendente un livello di spesa previsto pari a 42.208 milioni, equivalente a una crescita del 4,5 per cento rispetto al 2022. Tale aumento è influenzato dall’ipotesi di perfezionamento del rinnovo contrattuale del personale dirigente degli enti del SSN per il triennio 2019-2021. Sono, inoltre, preordinati a legislazione vigente maggiori costi in termini di assunzioni e miglioramenti economici. L’aggregato è in crescita anche in ragione delle spese previste per l’attuazione della ‘Missione 6: Salute’ del PNRR. L’incremento è parzialmente attenuato dal venir meno degli arretrati correlati con il perfezionamento nel 2022 del contratto del personale non dirigente relativamente alla tornata 2019-2021;
per i consumi intermedi un livello di spesa pari a 46.110 milioni, con un incremento del 3,8 per cento rispetto al 2022. L’aumento è imputabile soprattutto ai prodotti farmaceutici per i quali si stima una crescita del 9,2 per cento. Quest’ultima è determinata, oltre che da una generale dinamica in aumento, anche dagli effetti derivanti dalla rideterminazione del tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti e dall’ulteriore integrazione del fondo per il concorso al rimborso dei farmaci innovativi. Viene altresì scontata un’ipotesi di minore incasso di pay-back rispetto agli importi contabilizzati nell’ultimo biennio che scontavano ripiani di eccessi di spesa farmaceutica su più annualità. Le altre componenti dei consumi intermedi mostrano un incremento dell’1,6 per cento. La previsione considera un aumento dei costi per il rincaro dei prodotti energetici come già nel 202289, nonché gli oneri associabili all’attuazione delle misure programmate dalla ‘Missione 6: Salute’ del PNRR. L’andamento dell’aggregato sconta anche l’incasso di pay-back per i dispositivi medici in ragione del superamento dei tetti annuali nazionali e regionali tenendo conto in via prudenziale dei contenziosi amministrativi da parte delle aziende fornitrici di dispositivi medici. La dinamica in aumento è mitigata da una minore incidenza dei costi sostenuti dall’Unità di cui all’articolo 2 del decreto-legge n. 24 del 2022;
per le prestazioni sociali in natura corrispondenti a beni e servizi prodotti da produttori market un livello di spesa pari a 43.194 milioni, in crescita rispetto all’anno precedente (+3,4%). Con riferimento alle singole componenti dell’aggregato: o per l’assistenza farmaceutica convenzionata è prevista una spesa pari a 7.577 milioni, in crescita dell’1,4 per cento rispetto al 2022. L’aggregato risulta in leggero incremento tenuto conto della costante vigenza delle consolidate misure di governance e della messa a regime della remunerazione aggiuntiva in favore delle farmacie per il rimborso dei medicinali erogati in regime di SSN; o per l’assistenza medico-generica è prevista una spesa pari a 8.076 milioni, in aumento del 15,3 per cento rispetto al 2022. La crescita è dovuta essenzialmente agli oneri, inclusivi di arretrati, preordinati per il rinnovo delle convezioni relative al triennio 2019-2021. L’incremento è parzialmente attenuato dalla cessazione di alcuni effetti connessi con le spese per la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19; o per le altre prestazioni sociali in natura acquistate da produttori market è prevista una spesa pari a 27.541 milioni, superiore dello 0,9 per cento rispetto al valore registrato l’anno precedente. L’andamento dell’aggregato sconta anche l’onere per il rinnovo, inclusivo di arretrati, delle convenzioni dei professionisti della medicina specialistica ambulatoriale interna relativamente al triennio 2019-2021, supposte perfezionabili nel 2023. La leggera crescita registrata, oltre che a una dinamica supposta in aumento, è attribuibile anche all’ipotesi di maggior ricorso a siffatta tipologia di assistenza per l’implementazione delle misure relative alla ‘Missione 6: Salute’ del PNRR;
per le altre componenti di spesa è prevista una quantificazione pari a 4.531 milioni, sostanzialmente in linea con il valore riscontrato nell’anno precedente (+0,2%). Previsioni per l’anno 2024-26
Nel triennio 2024-2026, la spesa sanitaria è prevista crescere a un tasso medio annuo dello 0,6 per cento. nel medesimo arco temporale il PIL nominale crescerebbe in media del 3,6 per cento. Conseguentemente, il rapporto fra la spesa sanitaria e PIL, pari al 6,3 per cento nel 2024, si stabilizza al 6,2 per cento dal 2025 mantenendosi tale fino alla fine del periodo di previsione. La minore spesa riscontrabile nel 2024 (-2,7%) rispetto al 2023 è dovuta fondamentalmente a due ordini di motivi. Il primo concerne il venir meno degli arretrati per il rinnovo del triennio 2019-2021 dei contratti del personale dirigente e convenzionato con il SSN. Il secondo è relativo alla cessazione dei costi imputabili all’attività dell’Unità di cui all’articolo 2 del decreto-legge n. 24 del 2022. La previsione sconta la parziale contabilizzazione degli oneri per il rinnovo dei contratti e delle convenzioni del personale del SSN per il triennio 2022-2024 che implicheranno un aumento della spesa successivamente al perfezionamento di tali accordi, in quanto non ricomprende gli eventuali oneri per rinnovo di contratti e convenzioni successivi alla tornata contrattuale 2019-2021 ulteriori rispetto al riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale per le tornate contrattuali 2022-2024 e 2025-2027. La previsione riflette anche:
la dinamica dei diversi aggregati di spesa coerente con gli andamenti medi registrati negli ultimi anni;
gli interventi di razionalizzazione dei costi già programmati a legislazione vigente;
la spesa sanitaria corrente per l’attuazione del PNRR.