Tumori. Stabili i numeri del cancro in Italia, nel 2024 stimati 390.100 nuovi casi
Buone notizie sul fronte del cancro, nel 2024 le diagnosi sono stabili rispetto al biennio precedente e il […]
Un sensore messo a punto da un team del Massachusetts Institute of Technology (USA) potrebbe rendere possibile la diagnosi precoce dei tumori con un semplice test delle urine.
La tecnologia si basa su nanoparticelle progettate in modo che quando incontrano il tumore perdono brevi sequenze di DNA e che vengono successivamente escrete nelle urine. L’analisi di questi “codici a barre” del DNA può rivelare caratteristiche distintive del tumore in un particolare paziente.
Dai test su animali da laboratorio è emerso che il metodo rileva l’attività di cinque diversi enzimi che vengono espressi nei tumori, ma i ricercatori confidano nel raffinare il rilevamento ad almeno 46 diversi DNA brevi in un unico campione.
Gli scienziati del MIT hanno fatto ricorso alla tecnologia di editing genetico CRISPR per leggere i ‘codici a barre’ in modo più semplice ed economico. E per far funzionare il metodo hanno sfruttato la molecola fosfotiorato, che impedisce ai ‘codici a barre’ di DNA di rompersi in catene più piccole. Si tratta dello stesso sistema usato per rendere più stabili i vaccini a mRNA.
E una volta che il sensore viene escreto nelle urine, il campione può essere analizzato utilizzando una striscia di carta che riconosce un reporter attivato da un enzima CRISPR chiamato Cas12a. Quando un particolare codice a barre del DNA è presente nel campione, Cas12a amplifica il segnale in modo che possa essere visto come una striscia scura su un test cartaceo.
Fonte: Nature Nanotechnology 2023
https://www.nature.com/articles/s41565-023-01372-9
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