Ablazione con radiofrequenza: più candidati ma pochi interventi

Il processo decisionale per offrire l’ablazione minimamente invasiva dei noduli tiroidei è un processo molto complesso, e i criteri medici stanno diventando sempre più selettivi, secondo uno studio pubblicato su Head & Neck.

“L’ablazione con radiofrequenza (RFA) per i noduli tiroidei è stata recentemente introdotta nel panorama del sistema sanitario statunitense. Si sa ancora poco, però, sul processo di incorporazione di questa procedura nella pratica clinica esistente. Per approfondire la situazione, abbiamo condotto una revisione retrospettiva delle cartelle di una singola istituzione esaminando i modelli di riferimento e il processo decisionale dopo l’introduzione della RFA” afferma Zoë Fullerton, della Stanford University, Stanford, California, USA, autrice principale del lavoro.

I ricercatori hanno registrato i dati demografici dei pazienti e i dati specifici della tiroide. Per confrontare i gruppi sono stati utilizzati test t a due campioni; la regressione lineare è stata utilizzata per valutare tendenze e modelli di pratica. La revisione ha identificato 451 pazienti inviati alla struttura per una RFA da gennaio 2020 a dicembre 2022. Solo 255 di questi (56,5%), tuttavia, hanno effettivamente ricevuto il trattamento. Non è stata riscontrata alcuna differenza significativa nel volume dei noduli tra il gruppo dei pazienti trattati e di quelli non trattati. La preoccupazione per la malignità sui test genetici, le dimensioni (troppo grandi/troppo piccole), la raccomandazione per l’ablazione con etanolo e la malattia multinodulare senza noduli bersaglio erano le ragioni più comuni per la mancata esecuzione da parte del medico. L’analisi ha mostrato che, nonostante aumentasse di anno in anno il numero di pazienti inviati a tale procedura, la percentuale di pazienti che ricevevano effettivamente il trattamento diminuiva, principalmente a causa dei tassi più elevati di rinuncia da parte del medico. “La determinazione della candidatura ottimale per la RFA è ancora in evoluzione, e richiede il contributo del paziente e del medico per guidare modelli di pratica ideali” concludono gli autori.

Fonte: Head Neck. 2024

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/hed.27817

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