Divario tra salute e longevità si allarga a livello globale
Uno studio pubblicato su JAMA Network evidenzia una crescente discrepanza tra la durata della vita (lifespan) e la durata della […]
Un gruppo di ricercatori ha svolto un’indagine con la finalità di esaminare le variazioni del microbiota sugli impianti in zirconia rispetto a quelli in titanio offrendo approfondimenti relativi al loro impatto sulla salute dentale e sui risultati. Il dibattito in corso sull’opportunità di utilizzare zirconia o titanio per gli impianti sottolinea l’importanza della colonizzazione del microbiota nel determinare la longevità e le prestazioni degli impianti.
È stata condotta un’esplorazione sistematica delle banche dati PubMed, Embase e Web of Science alla ricerca di lavori pertinenti e due revisori hanno valutato in modo indipendente i documenti in base ai criteri stabiliti. Il rischio di bias è stato esaminato mediante lo strumento di valutazione della qualità per studi in vitro (strumento QUIN). Dei 2063 articoli inizialmente identificati, gli esperti ne hanno selezionati 19 che soddisfacevano i criteri di inclusione e che sono stati sottoposti a valutazione della qualità. Tutti gli studi inclusi erano ricerche in vitro con rischio di bias basso (31,5%), moderato (36,8%) o alto (31,5%) e riportavano dati da 2 monconi implantari. Gli impianti in zirconia mostrano una maggiore incidenza di batteri Gram-negativi, come Tannerella, Aggregatibacter e Porphyromonas. Al contrario, gli impianti in titanio sono caratterizzati da una maggiore prevalenza di batteri Gram-positivi tra i quali Streptococcus, Lactobacillus acidophilus e specie di Staphylococcus.
Gli Autori concludono che sia gli impianti in zirconia che quelli in titanio supportano la crescita di diversi microrganismi con differenze nella qualità e nella quantità di batteri rilevati su ciascun materiale. Queste potrebbero avere un impatto sull’ecosistema microbico sulla superficie dell’impianto e influenzare potenzialmente risultati clinici come i tassi di infezione e la longevità dell’impianto.
Fonte : Int Dent J. 2024
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0020653924014114?via%3Dihub
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