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I risultati di uno studio pubblicato su PLoS One forniscono una comprensione più completa e nuove intuizioni riguardo ai meccanismi fisiopatologici che entrano in gioco nelle donne con preeclampsia e sintomi gravi.
“La preeclampsia comporta rischi sostanziali per la salute materna e neonatale, in particolare nei casi con caratteristiche gravi. Noi abbiamo voluto valutare l’impatto dei metaboliti a basso peso molecolare sui meccanismi e sui percorsi coinvolti nella fisiopatologia della preeclampsia quando sono presenti caratteristiche gravi, puntando a individuare un profilo metabolomico distinto nel plasma materno durante le gravidanze affette da disturbi ipertensivi e a correlare i livelli di metaboliti con le caratteristiche cliniche della coorte di studio” afferma Julyane Kaihara, dell’Institute of Biosciences of Botucatu, Sao Paulo State University (UNESP), Botucatu, Brasile, autrice principale dello studio.
I ricercatori hanno raccolto 173 campioni di plasma, tra cui quelli di 36 donne incinte sane (HP), 52 pazienti con ipertensione gestazionale (GH), 43 donne con preeclampsia senza caratteristiche gravi (PE-) e 42 con caratteristiche gravi (PE+). Gli esperti hanno utilizzato la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare e l’identificazione dei metaboliti per stabilire i profili metabolomici. Hanno quindi condotto analisi univariate e chemiometriche utilizzando MetaboAnalyst, e le correlazioni sono state eseguite utilizzando GraphPad Prism.
L’analisi dei dati ha rivelato profili metabolomici distinti che differenziano le donne HP, le pazienti con GH e le pazienti con PE- e PE+. Si è evidenziato un aumento dei livelli di acetato, N,N-dimetilglicina, glutammina, alanina, valina e creatina nel gruppo PE+ rispetto ai gruppi HP e GH. Il gruppo PE+ ha mostrato concentrazioni più elevate di N,N-dimetilglicina, glutammina, alanina e valina rispetto al gruppo PE-. Inoltre, livelli elevati di metaboliti specifici, tra cui N,N-dimetilglicina, alanina e valina, sono stati associati a un aumento della pressione sanguigna, peggiori esiti ostetrici e una funzionalità degli organi più scadente, in particolare danni renali ed epatici. L’analisi metabolomica delle donne PE+ indica disturbi accentuati nel metabolismo dell’azoto, nella metionina e nei cicli dell’urea. Inoltre, il disturbo metabolico riacutizzato potrebbe rivelare compromissione renale e disfunzione epatica, evidenziati da livelli elevati di creatina e alanina.
Fonte: PLoS One. 2024
https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0314053
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