Divario tra salute e longevità si allarga a livello globale
Uno studio pubblicato su JAMA Network evidenzia una crescente discrepanza tra la durata della vita (lifespan) e la durata della […]
Grazie a una tecnica che consente di visualizzare dal vivo i cambiamenti nel cervello, Brian Sun e colleghi della Washington University di Saint Louis (USA) hanno fatto luce sull’architettura delle placche di beta-amiliode, caratteristiche del cervello delle persone con malattia di Alzheimer. La scoperta è stata descritta sulla rivista Nano Letters.
Per studiare gli aggregati della proteina beta-amiloide, il team li ha misurati in modo dinamico. Le singole proteine, infatti, cambiano continuamente in risposta all’ambiente circostante e l’architettura mutevole degli aggregati porta alla complessità della malattia neurodegenerativa. A questo scopo, i ricercatori americani hanno sviluppato una tecnologia di imaging che consente di vedere l’orientamento e altri piccoli dettagli nelle nanostrutture di sistemi biologici che prima erano invisibili. La tecnica – single-molecule orientation-localization microscopy (SMOLM) – utilizza lampi di luce provenienti da sonde chimiche per visualizzare gli strati di peptidi alla base dell’Aβ42, un tipo di beta-amiloide.
Dallo studio è emerso che strutture stabili di Aβ42 tendono a mantenere stabili gli strati sottostanti. Le strutture in crescita, invece, hanno strati beta sottostanti che diventano più definiti e rigidi, man mano che la crescita continua, mentre le strutture in decomposizione mostrano strati beta sempre più disordinati e meno rigidi. Il team ha scoperto anche che l’Aβ42 può crescere e decadere in modi diversi e inaspettati, ad esempio preservando la struttura sottostante oppure subendo un “decadimento stabile”. Infine, i ricercatori hanno osservato che gli strati di Aβ42 a volte si riorganizzano e cambiano orientamento senza modificarsi nella forma complessiva.
Fonte: Nano Letters 2024
https://pubs.acs.org/doi/10.1021/acs.nanolett.4c01263
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