Disregolazione della flora intestinale e DA: nuove prove supportano un’associazione causale
Uno studio pubblicato su Frontiers in Immunology offre nuove prove di un’associazione causale tra microbiota intestinale e psoriasi, che si […]
Migliorare la comprensione, l’identificazione e la gestione degli aspetti psichiatrici e psicologici della gran parte delle malattie cutanee croniche da parte di dermatologi e altri operatori sanitari può avere un impatto positivo sugli outcome del paziente. A spiegarlo, su Clinics in Dermatology, sono due scienziati americani: Rachel Christensen, della Rutgers Robert Wood Johnson Medical School di New Brunswick, e Mohammad Jafferany, del Central Michigan University College di Saginaw.
Psoriasi, acne, dermatite atopica, vitiligine, alopecia areata e idrosadenite suppurativa sono malattie dermatologiche croniche che mettono, chi ne soffre, ad elevato rischio di depressione, ansia e riduzione della qualità di vita. Esistono, però, delle scale di valutazione, sia generali che specifiche per malattia, per valutare la qualità di vita dei pazienti con malattie cutanee croniche, di cui il più comune è il Dermatology Life Quality Index.
L’approccio di gestione ai pazienti con malattie cutanee croniche, secondo gli autori, dovrebbe includere riconoscimento e validazione delle difficoltà del paziente, educazione del paziente sui possibili impatti della malattia e prognosi, gestione della malattia e delle lesioni, ma anche coaching della gestione dello stress e psicoterapia, tra cui terapia cognitivo comportamentale, tecniche di rilassamento e meditazione e terapie comportamentali, per cambiare abitudini errate.
Fonte: Clinics in Dermatology 2023
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0738081X23000330?via%3Dihub
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