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Il D-dimero, un sottoprodotto della degradazione del fibrinogeno cross-linked, si forma durante il processo di fibrinolisi che scompone i coaguli di sangue in circolazione. Un gruppo di ricercatori ha eseguito una revisione sistematica e una meta-analisi con la finalità di sintetizzare le evidenze dell’alterazione del D-dimero in individui colpiti da malaria, comprese le variazioni presenti nelle diverse forme di gravità della malattia.
Sono state esplorate in modo esaustivo le banche dati EMBASE, Scopus, MEDLINE, PubMed, Nursing & Allied Health Premium e Journals@Ovid alla ricerca di lavori specifici, pubblicati fino al 25 marzo 2024, che hanno esaminato i D-dimeri in pazienti con infezioni da Plasmodium.
La qualità metodologica degli studi inclusi è stata vagliata utilizzando gli strumenti di valutazione critica del Joanna Briggs Institute. La sintesi tematica e la meta-analisi sono state condotte per riassumere i risultati. Alla fine, gli esperti hanno selezionato 24 documenti che sono stati inclusi nella revisione.
È emerso che i pazienti con infezioni da Plasmodium hanno livelli di D-dimero più elevati. Una valutazione meta-analitica dei livelli di D-dimeri in individui con e senza infezioni da Plasmodium ha rivelato un significativo aumento nei pazienti con infezione, con elevata eterogeneità (SMD = 2,11, IC 95% = 0,59; 3,64, P = 0,007, I² = 98%, 6 studi, 1.418 partecipanti, modello a effetti casuali). Tuttavia, non sono state osservate alterazioni significative dei livelli di D-dimeri nel confronto tra soggetti con malaria grave e persone con malattia non complicata. Anche in questo caso è presente un’elevata eterogeneità (SMD = 2,54, IC 95% = -1,60; 6,68, P = 0,23, I² = 99%, 3 studi, 595 partecipanti).
Gli Autori concludono che i risultati evidenziano il potenziale dei D-dimeri come biomarcatori per le infezioni da Plasmodium, ma la loro utilità clinica richiede un’ulteriore validazione. Studi futuri dovrebbero dare priorità alla standardizzazione dei metodi di misurazione dei D-dimeri, inclusi i tipi di test, i valori soglia e le tipologie di campione, per garantire un utilizzo coerente e affidabile in contesti clinici.
Inoltre, sono necessarie grandi coorti multicentriche per stabilire linee guida solide per l’incorporamento dei D-dimeri nelle pratiche di gestione della malaria. Infine, ulteriori ricerche dovrebbero esplorare il ruolo dei D-dimeri nella patogenesi delle infezioni da Plasmodium per approfondire la comprensione del loro significato clinico.
Fonte: Sci Rep. 2025
https://www.nature.com/articles/s41598-024-84907-x
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