Biomarcatori raccolti a due mesi possono predire la dermatite atopica nei pazienti pediatrici

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology, alcuni biomarcatori cutanei raccolti in modo non invasivo a due mesi di età possono precedere l’insorgenza della dermatite atopica nei bambini.

“Non è noto se i biomarcatori cutanei raccolti durante l’infanzia possano prevedere l’insorgenza della dermatite atopica (AD) ed essere utilizzati in futuri studi di prevenzione per identificare i bambini a rischio” spiega Anne-Sofie Halling, del Bispebjerg Hospital, University of Copenhagen, Danimarca, autrice principale dello studio.

I ricercatori hanno voluto valutare se i biomarcatori cutanei potessero predire la dermatite atopica durante i primi due anni di vita. Per questo hanno arruolato 300 bambini a termine e 150 pretermine alla nascita, e li hanno seguiti fino all’età di due anni per valutare l’insorgenza di dermatite atopica. Gli scotch test cutanei sono stati raccolti a 0-3 giorni di vita e a due mesi di età, e sono stati analizzati per biomarcatori immunitari e di barriera selezionati.

La prevalenza a due anni di dermatite atopica è stata del 34,6% (99/286) tra i bambini a termine e del 21,2% (25/118) tra quelli prematuri. I biomarcatori cutanei raccolti alla nascita non hanno predetto la dermatite atopica. Livelli elevati di TARC/CCL17 a due mesi di età hanno aumentato il rischio complessivo di sviluppare la malattia, e di averla in forma da moderata a grave. L’interleuchina (IL)-8 e IL-18 hanno predetto la dermatite atopica da moderata a grave. Bassi livelli di prodotto di degradazione della filaggrina hanno aumentato il rischio di dermatite atopica. Livelli elevati di biomarcatori a due mesi hanno predetto la dermatite atopica in altri siti cutanei e molti mesi dopo la raccolta.

Fonte: J Allergy Clin Immunol. 2022 

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0091674922025039?via%3Dihub

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