Chirurgia mininvasiva: benefici nella malattia metastatica della colonna vertebrale

I pazienti affetti da malattia metastatica della colonna vertebrale, a causa della loro complessità medica e della maggiore fragilità, possono trarre beneficio da approcci minimamente invasivi, secondo uno studio pubblicato su Neuro-Oncology. “La malattia metastatica della colonna vertebrale (MSD) si verifica comunemente nei pazienti affetti da cancro, e causa dolore, instabilità spinale, compromissione neurologica importante e diminuzione della qualità della vita” esordisce Alexander Schupper, della Ichan School of Medicine at Mount Sinai, New York, primo autore del lavoro. “I pazienti oncologici sono spesso complessi e fragili dal punto di vista medico, il che impedisce loro di sottoporsi a procedure invasive. Per affrontare questo problema, è auspicabile di poter utilizzare tecniche di chirurgia spinale minimamente invasiva (MISS)” prosegue l’esperto.

Per approfondire la situazione attuale, i ricercatori hanno rivisto la letteratura pubblicata e gli studi clinici in corso e hanno trovato 50 lavori, per un totale di 3.196 pazienti, che si sono concentrati sulla MISS nell’oncologia spinale. Le tecniche più comunemente riportate sono state l’aumento vertebrale (VA), la strumentazione spinale percutanea e l’ablazione con radiofrequenza (RFA). Strumentazione chirurgica e tecniche di stabilizzazione sono state riportate in 10 su 50 articoli per un totale di 410 pazienti.

La maggior parte degli studi si è concentrata sul dolore come misura di esito primario, e 28 su 50 studi che hanno riportato un miglioramento significativo del dolore dopo l’intervento. Negli Stati Uniti, 13 studi terapeutici stanno attualmente reclutando pazienti affetti da MSD, e il loro obiettivo principale comprende radiochirurgia, VA e/o RFA e terapia termica interstiziale laser (LITT).

“Le strategie mininvasive sono efficaci nel mitigare il dolore e prevenire il deterioramento neurologico, fornendo al contempo altri vantaggi, tra cui la facilità di iniziare o riprendere il trattamento sistemico e radioterapico” concludono gli autori.

Fonte: Neuro Oncol. 2023

https://academic.oup.com/neuro-oncology/advance-article-abstract/doi/10.1093/neuonc/noad206/7439659

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