Consumo di carne rossa e rischio di demenza: nuove evidenze

Uno studio pubblicato su Neurology ha evidenziato un legame significativo tra il consumo di carne rossa, in particolare quella processata, e un aumento del rischio di demenza e declino cognitivo. La ricerca, basata su due ampi studi di coorte statunitensi, il Nurses’ Health Study (NHS) e l’Health Professionals Follow-Up Study (HPFS), ha analizzato l’associazione tra l’assunzione di carne rossa e diversi parametri di salute cognitiva.

Il campione comprendeva 133.771 partecipanti senza demenza all’inizio dello studio, con un’età media di 48,9 anni. Tra questi, 17.458 donne (età media 74,3 anni) hanno partecipato a test cognitivi oggettivi, mentre 43.966 partecipanti (età media 77,9 anni) hanno riportato sintomi di declino cognitivo soggettivo (SCD).

I risultati hanno mostrato che:

Sostituire una porzione giornaliera di carne rossa processata con noci o legumi riduceva il rischio di demenza del 19% (HR 0,81; IC 95%: 0,75–0,86), rallentava il declino cognitivo (equivalente a 1,37 anni in meno di invecchiamento cognitivo) e abbassava il rischio di SCD del 21% (RR 0,79; IC 95%: 0,68–0,92).

Questi dati suggeriscono che una dieta che limita la carne rossa, soprattutto quella processata, e privilegia alimenti vegetali come noci e legumi potrebbe contribuire a preservare la salute cognitiva.

Neurology 2025

https://www.neurology.org/doi/10.1212/WNL.0000000000210286

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