Correlazione tra malattia renale e complemento

Un team di esperti ha condotto una revisione con lo scopo di offrire una sintesi delle conoscenze relative al legame esistente tra malattia renale e complemento e della situazione attuale in merito allo sviluppo di nuovi trattamenti.

La cascata del complemento, composta da proteine solubili e di superficie cellulare, rappresenta un fondamentale braccio del sistema immunitario innato. Una volta attivato, questo sistema genera rapidamente abbondanti frammenti proteici, potenti mediatori di risposte infiammatorie, vasoattive e metaboliche. Sebbene svolga un ruolo cruciale nella difesa dell’ospite e nell’omeostasi, l’attivazione inappropriata o incontrollata del complemento può causare danni ai tessuti dell’organismo.

Un esempio lampante è l’attivazione del sistema del complemento da parte degli immunocomplessi glomerulari, fenomeno noto da oltre 50 anni, che contribuisce all’insorgenza di malattie renali autoimmuni. Ricerche recenti evidenziano che il complemento viene attivato anche in patologie renali tradizionalmente non considerate immuno-mediate, come la sindrome emolitico-uremica, la malattia renale diabetica e la glomerulosclerosi focale segmentaria. In risposta a questi sviluppi, diversi farmaci mirati al complemento sono stati approvati per il trattamento delle malattie renali, mentre altri agenti anti-complemento sono attualmente oggetto di sperimentazione clinica.

È importante sottolineare che tali farmaci rappresentano una categoria distinta rispetto agli immunosoppressori tradizionali, focalizzandosi su processi patologici che non sono efficacemente inibiti da altre classi di immunosoppressori. Lo sviluppo di questi nuovi medicamenti si prospetta come un passo significativo nel trattamento delle malattie renali, offrendo notevoli vantaggi che potrebbero rivoluzionare l’approccio terapeutico a tali condizioni.

Fonte: Nat Rev Nephrol. 2023

https://www.nature.com/articles/s41581-023-00766-1

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