G7 Salute al via. Schillaci: “Riaffermare che la salute è un bene fondamentale per la società”
L'obiettivo comune è riaffermare che la salute è un bene fondamentale per la società". Così il ministro della […]
Un breve episodio di rabbia, innescato dal ricordo di esperienze passate, può avere un impatto negativo sulla capacità dei vasi sanguigni di rilassarsi, compromettendo così una funzione essenziale per il corretto flusso del sangue ed esponendo la persona a un potenziale rischio di infarto o ictus. A questa conclusione è giunto uno studio guidato da Daichi Shimbo, del Columbia University Irving Medical Center di New York e pubblicato dal Journal of American Heart Association.
Obiettivo di questo lavoro era quello di indagare se le emozioni negative, quali rabbia, tristezza e ansia, potessero avere un impatto sulla funzionalità dei vasi sanguigni. Complessivamente il team di ricerca ha coinvolto 280 adulti ai quali ha chiesto di svolgere quattro esercizi: rievocare un ricordo legato a un’emozione di rabbia, uno legato all’ansia, leggere una serie di frasi che suscitavano tristezza o contare ripetutamente fino a 100, per indurre uno stato emotivamente neutro. Questo protocollo, messo a punto dallo stesso team, è denominato “Putative mechanisms underlying myocardial infarction onset and emotions” (PUME).
I ricercatori hanno quindi valutato le cellule che rivestono i vasi sanguigni di ciascun partecipante per evidenziare eventuali compromissioni della dilatazione dei vasi, aumento del danno cellulare e/o ridotta capacità di riparazione cellulare. Le valutazioni sono state effettuate per ciascun partecipante al basale (0 minuti) e in quattro diversi intervalli temporali, dopo aver sperimentato il compito emotivo assegnato: 3 minuti, 40 minuti, 70 minuti e 100 minuti.
Dall’analisi è emerso che gli esercizi nei quali i partecipanti ripensavano a episodi di rabbia portavano a una compromissione della dilatazione dei vasi sanguigni da zero a 40 minuti dopo la rievocazione del ricordo: dopo questa finestra temporale i vasi sanguigni riprendevano a rilassarsi. Lo stesso fenomeno, invece, non si verificava dopo la rievocazione di sentimenti di ansia o tristezza.
Fonte: Journal of American Heart Association 2024
https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/JAHA.123.032698
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