Differenze di sesso nell’epidemiologia dell’emorragia intracerebrale

A fine febbraio il Journal of the American Heart Association ha dedicato uno spotlight issue alla salute cardiovascolare delle donne. Tra gli articoli pubblicati figura una ricerca condotta dai ricercatori de L’Aquila che mostra una minore incidenza di emorragia intracerebrale spontanea (ICH) nelle donne rispetto agli uomini ma anche un tasso di mortalità a 1 anno più elevato per le donne rispetto agli uomini, probabilmente legato all’età più avanzata al momento dell’insorgenza dell’ICH e alla maggiore gravità clinica.

Il registro prospettico basato sulla popolazione ha incluso pazienti con ICH di prima istanza verificatisi da gennaio 2011 a dicembre 2020. I tassi di incidenza sono stati standardizzati alla popolazione italiana ed europea del 2011 e sono stati calcolati i rapporti di incidenza. Gli hazard ratio multivariati per la mortalità a 30 giorni e a 1 anno sono stati stimati con la regressione di Cox, includendo le componenti del punteggio ICH e il sesso.

Nell studio sono stati inclusi 748 casi di ICH di prima istanza (41,3% donne). Le donne erano significativamente più anziane degli uomini al momento dell’insorgenza dell’ICH (78,9±12,6 contro 73,2±13,6 anni; P<0,001) e mostravano una maggiore gravità clinica al momento della presentazione (punteggio mediano della National Institutes of Health Stroke Scale, 11 [range interquartile, 6-20] contro 9 [range interquartile, 4-15], rispettivamente; P=0,016). Il tasso di incidenza annuale grezzo è stato di 20,2 (95% CI, 18,0-22,6) per 100.000 anni-persona nelle donne e di 30,2 (95% CI, 27,4-33,2) per 100.000 anni-persona negli uomini); l’incidenza è stata più bassa nelle donne rispetto agli uomini (rapporto del tasso di incidenza, 0,67 [95% CI, 0,58-0,78]; P<0,001) e non è cambiata nel tempo in entrambi i sessi (P per trend=0,073 e 0,904, rispettivamente). Il confronto non aggiustato ha mostrato tassi di mortalità a 1 anno più elevati nelle donne rispetto agli uomini (48,5% contro 40,1%; P=0,026). Dopo l’aggiustamento per le componenti del punteggio ICH, il sesso femminile ha perso significatività come predittore di mortalità.

Fonte: J Am Heart Assoc. 2024

https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/JAHA.123.032595

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