Strategie per preservare la salute orale
Steffany Chamut e i suoi colleghi hanno svolto un’indagine con l’obiettivo di passare in rassegna le strategie preventive e gli […]
Oltre a trattare le manifestazioni cutanee, nelle persone con psoriasi è importante gestire l’obesità e le altre comorbilità associate, che potrebbero richiedere un approccio biopsicosociale. È quanto evidenzia un team guidato da Berkay Temel, dell’Ankara Training and Research Hospital, in Turchia, che ha pubblicato uno studio su Cutis.
Scopo dell’indagine era esaminare e identificare i fattori associati ai disturbi alimentari nei pazienti con psoriasi e il loro impatto sullo sviluppo dell’obesità in questa popolazione. Il team ha raccolto, su 82 partecipanti con psoriasi, informazioni demografiche tra cui indice di massa corporea (BMI), Eating Attitude Test (EAT-26), Dermatology Life Quality Index (DLQI), Attitude Scale for Healthy Nutrition (ASHN) e Depression Anxiety Stress Scale 21 (DASS-21).
In base al BMI, il 26,8% dei partecipanti aveva un peso normale, il 36,6% era sovrappeso e il 43,9% era obeso. Il punteggio medio PASI, invece, era di 5,4, e il 54,9% dei partecipanti aveva psoriasi ungueale e il 24,4% aveva artrite psoriasica. La durata media della psoriasi era di 153 mesi. I punteggi medi di stress e ansia erano significativamente più bassi (p <0,01) nel gruppo normopeso rispetto ai gruppi sovrappeso e obeso. Di contro, non vi era alcuna differenza significativa tra i gruppi sovrappeso e obeso in base al punteggio medio di ansia. Infine, per quel che riguarda la valutazione comparativa dei punteggi EAT-26, i ricercatori hanno riscontrato differenze statisticamente significative tra i punteggi EAT-26 correlati a sesso (p =0,04), BMI (p =0,02) e punteggi di depressione (p <0,01), ansia (p <0,01) e stress (p <0,01).
Fonte: Cutis 2024
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