Il dolore pelvico cronico riduce la qualità della vita delle giovani adulte

Secondo uno studio pubblicato su Archives of Gynecology and Obstetrics, le giovani adulte che riferiscono di soffrire di dolore pelvico cronico mostrano di avere una qualità di vita significativamente inferiore rispetto a quelle che non hanno tale problema, e le differenze razziali ampliano ulteriormente il divario.

“Abbiamo voluto esaminare la relazione tra qualità della vita (QoL) e dolore pelvico cronico (CPP), e fare una valutazione delle differenze tra varie etnie e i meccanismi di adattamento utilizzati” spiega Catherine Graeve, della St. Catherine University (Nursing), St. Paul, Minnesota, USA, autrice principale dello studio.

I ricercatori reclutato giovani donne di età compresa tra 18 e 25 anni con mestruazioni da campus universitari in una grande area metropolitana nella regione del Midwest degli Stati Uniti, utilizzando volantini e piattaforme di social media online. Gli esperti hanno somministrato alle partecipanti due questionari, il World Health Organization Quality of Life-BREF (26 elementi) e l’Impact of Female Chronic Pelvic Pain Questionnaire (8 elementi).

Ebbene, su 585 intervistate, alla domanda che chiedeva se pensassero di soffrire di dolore pelvico cronico 153 (26%) hanno dichiarato “sì” e 95 (16%) erano “incerte”. Sia le partecipanti che hanno risposto sì che quelle incerte hanno spiegato di utilizzare vari meccanismi di adattamento per il dolore, e hanno ottenuto punteggi più bassi in tutti e quattro i domini (salute fisica, psicologica, relazioni sociali e ambiente) e punteggi significativamente più bassi dal punto di vista statistico in tre domini (salute fisica, relazioni sociali e ambiente) sul World Health Organization Quality of Life-BREF rispetto a coloro che hanno risposto “no”. Le intervistate che si identificano come afro-americane o native indiane hanno mostrato una qualità della vita significativamente inferiore nei domini della salute fisica e dell’ambiente rispetto alle intervistate bianche.

“La ricerca futura dovrebbe esplorare meccanismi di adattamento che potrebbero giovare alla qualità della vita quotidiana delle giovani adulte” concludono gli autori.

Fonte: Arch Gynecol Obstet. 2024

https://link.springer.com/article/10.1007/s00404-024-07783-w

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