Il nero di carbonio presente nell’ambiente è in grado di raggiungere i reni

Le particelle ultrafini, tra le quali il black carbon (BC), possono raggiungere la circolazione sistemica e quindi in organi distanti dopo essere stati inalati. In particolare, i reni risultano particolarmente vulnerabili agli effetti negativi dell’esposizione al BC a causa della loro funzione di filtrazione. Un gruppo di ricercatori ha condotto una ricerca nella quale viene ipotizzato che le particelle di BC raggiungano i reni attraverso la circolazione sistemica infiltrandosi nelle componenti strutturali dei due organi e compromettendo quindi le funzioni renali.

Sono state valutate le biopsie renali di 25 pazienti trapiantati e, utilizzando la generazione di luce bianca con illuminazione a femtosecondi, gli esperti hanno potuto visualizzare le particelle di BC. Le presenze della molecola di danno renale-1 (KIM-1) e della cistatina c (CysC) sono state rilevate con il metodo ELISA. Le particelle di BC sono state identificate in tutti i campioni bioptici con una media geometrica (5°, 95° percentile) di 1,80 × 103 (3,65 × 102, 7,50 × 103) particelle/mm3 di tessuto renale, osservate prevalentemente nell’interstizio (100%) e nei tubuli (80%), seguiti dai vasi sanguigni e dai capillari (40%) e dal glomerulo (24%). Indipendentemente dalle covariate e dai potenziali confondenti, è stato riscontrato che ogni 10 % in più di carico tissutale di BC comportava un 8,24 % (p = 0,03) in più di KIM-1 urinario. Inoltre, la vicinanza abitativa a una strada principale è risultata inversamente associata alla CysC urinaria (+10 % di distanza: -4,68 %; p = 0,01) e alla KIM-1 (+10 % di distanza: -3,99 %; p < 0,01). Altri biomarcatori urinari, ad esempio la velocità di filtrazione glomerulare stimata o la clearance della creatinina, non hanno invece mostrato associazioni significative.

Sulla base dei risultati ottenuti, gli Autori concludono che le particelle di BC si accumulano in prossimità di diversi componenti strutturali del rene e possono mettere in moto meccanismi che comportano un danno alla funzione renale. Inoltre, la KIM-1 e la CysC urinarie mostrano un potenziale come biomarcatori del danno renale indotto dall’inquinamento atmosferico. 

Fonte : Environ Int. 2023

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0160412023002702?via%3Dihub

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