Malattie trasmissibili. L’Ecdc lancia un nuovo modello di prevenzione. Più attenzione all’educazione alla salute
L'Ecdc ha sviluppato nuovo modello di prevenzione. "Il quadro di prevenzione dell'Ecdc segna una pietra miliare significativa nei […]
Un recente studio pubblicato dalla rivista Cardiovascular Diabetology ha esaminato l’ictus emorragico (HS), che include l’emorragia cerebrale non traumatica (ICH) e l’emorragia subaracnoidea (SAH). Questi rappresentano una quota significativa degli incidenti cerebrovascolari, costituendo circa il 30% dei casi di ictus. Nello specifico, gli autori dello studio hanno esaminato l’indice trigliceride-glucosio (TyG-i), un preciso indicatore di resistenza all’insulina (IR).
Gli scienziati hanno identificato i pazienti con HS grave accedendo al database Medical Information Mart for Intensive Care-IV (MIMIC-IV, versione 2.2), utilizzando la Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD)-9/10 come linee guida diagnostiche. Successivamente, hanno stratificato i soggetti in quartili, basandosi sui loro punteggi TyG-i. Inoltre, hanno misurato la mortalità in terapia intensiva, in ospedale, a 30 giorni, 90 giorni e 1 anno come risultati
L’analisi ha incluso 1.475 pazienti, con una predominanza maschile del 54,4%. I tassi di mortalità osservati in terapia intensiva, in ospedale, a 30 giorni, 90 giorni e 1 anno erano rispettivamente del 7,3%, 10,9%, 13,8%, 19,7% e 27,3%. I risultati dell’analisi di regressione di Cox multivariata hanno mostrato che un TyG-i elevato era significativamente correlato alla mortalità per tutte le cause (ACM) a 30 giorni (rapporto di rischio aggiustato [aHR]: 1,32; intervallo di confidenza al 95% [CI]: 1,05–1,67; P = 0,020), 90 giorni (aHR: 1,27; 95% CI: 1,04–1,55; P = 0,019), e 1 anno (aHR: 1,22; 95% CI: 1,03–1,44; P = 0,023). I risultati dell’analisi RCS hanno dimostrato un aumento progressivo del rischio di ACM con l’aumento dei livelli di TyG-i. I test di interazione non hanno riscontrato alcuna significativa modifica dell’effetto in questa relazione.
In sintesi, gli autori dello studio hanno concluso che il TyG-i mostra una correlazione significativa con l’ACM tra i pazienti che sopportano una malattia critica a causa dell’HS. Questa correlazione sottolinea la probabile utilità del TyG-i come strumento prognostico per stratificare i pazienti con HS in base al loro rischio di mortalità. L’applicazione del TyG-i in ambito clinico potrebbe migliorare la decisione terapeutica e la gestione delle traiettorie di malattia. Inoltre, questa indagine amplia la ricerca esistente sul legame tra il TyG-i e l’IS, chiarendo il ruolo del TyG-i nel prevedere la mortalità attraverso diverse categorie di ictus.
Fonte: Cardiovasc Diabetol 2024
https://cardiab.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12933-024-02193-3