Infezioni ospedaliere. Peggiorano i dati nell’assistenza per acuti mentre migliorano nelle terapie intensive
21.11.2023 | Quotidiano Sanità
“In Italia negli ospedali restano alte le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici nei patogeni responsabili di infezioni, anche se per alcune combinazioni patogeno/antibiotico si continua ad osservare un trend in diminuzione; cresce leggermente la prevalenza dei pazienti con una infezione correlata all’assistenza negli ospedali per acuti mentre cala dopo il picco pandemico quella nelle terapie intensive”.
Sono questi i principali andamenti riscontrati dalle diverse sorveglianze e gestite o coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità, resi noti nel corso del convegno “L’antibiotico-resistenza in Italia: stato dell’arte e risultati delle rilevazioni 2022-2023 sulle Sorveglianze delle Infezioni Correlate all’Assistenza ICA e dell’Antibiotico-resistenza” che si è tenuto oggi nella sede dell’Iss.
“La raccolta di dati affidabili è il primo passo indispensabile per la risoluzione di qualunque problema medico, e questo vale a maggior ragione per fenomeni complessi come le infezioni correlate all’assistenza e la resistenza agli antibiotici. Questo convegno – ha affermato il Commissario Straordinario dell’Iss Rocco Bellantone in apertura dell’evento – è un’occasione di aumentare la consapevolezza del problema tra gli operatori sanitari e continuare a fare rete per migliorare l’implementazione del Piano Nazionale di contrasto”.
“Il tema della resistenza agli antibiotici non riguarda solo la salute umana, ma va visto in un’ottica ‘One Health’. – ha ricordato il Direttore Generale dell’Iss Andrea Piccioli -. Una prova ulteriore di questa necessità vie e dai risultati preliminari del progetto ‘Sea Care’, coordinato dall’Iss con la Marina Militare. I nostri ricercatori a bordo dell’Amerigo Vespucci e di altre navi della Marina nel corso dei loro campionamenti hanno trovato i geni della resistenza in acque del Mediterraneo, dell’Oceano Atlantico, del Golfo Persico e persino dell’Oceano Artico”.
“Il tema della resistenza agli antibiotici va affrontato nella sua complessità, ed è per questo che abbiamo organizzato questa giornata cercando di toccare tutti gli aspetti coinvolti – sottolinea Anna Teresa Palamara, direttrice del dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss, che ha organizzato l’evento -. Da quelli organizzativi sul territorio, che investono la rete dei laboratori nelle regioni, a quelli relativi alla sorveglianza, che richiedono un processo di innovazione continua che segua sia l’aumento delle conoscenze e il progresso tecnologico, si pensi al potenziale ruolo delle scienze ‘omiche’, senza dimenticare la ricerca e la prospettiva ‘One Health’, che deve guidare tutte le attività di contrasto”.
Ecco i dati principali presentati al convegno.
Infezioni correlate all’assistenza (ICA) negli ospedali per acuti A questa sorveglianza, coordinata dall’Iss e dall’università di Torino, hanno partecipato 325 ospedali di 19 Regioni/Province autonome. In totale, sono stati raccolti dati su 60.404 pazienti.
Considerando tutte le ICA, incluse le infezioni da SARS-CoV-2, la media della prevalenza di pazienti con ICA nei singoli ospedali era dell’8,8%, mentre nella precedente rilevazione, che si riferisce al 2017, era dell’8,1%.
Su un totale di 6.340 ICA registrate, le tre tipologie di ICA riscontrate con maggior frequenza erano: infezioni del basso tratto respiratorio (19,18%), infezioni del sangue (18,83%), infezioni delle vie urinarie (17,09%), COVID-19 (16,23%), infezioni del sito chirurgico (10,53%).
Tra i vari fattori che incidono sulla prevalenza si segnalano la Regione/PA partecipante (dal 4,17% al 14,14%; le dimensioni dell’ospedale: 7,81%, 8,83% e 12,20% rispettivamente per ospedali piccoli (< 200 posti letto per acuti), medi (201 – 500 posti letto) e grandi (≥ 500 posti letto); la classe di età (Figura 7): dal 4,21% in età neonatale/pediatrica (≤ 18 anni) all’11,71% negli adulti sopra i 65 anni.
Infezioni correlate all’assistenza nelle Unità di Terapia intensiva Sono stati presentati i risultati della nona edizione (2022-2023) del Progetto SPIN-UTI – Sorveglianza attiva Prospettica delle Infezioni Nosocomiali nelle Unità di Terapia Intensiva (UTI), del Gruppo Italiano Studio Igiene Ospedaliera (GISIO) della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità pubblica (SItI). Nel corso di quest’ultima edizione, la sorveglianza ha incluso circa 4200 pazienti degenti in più di 60 UTI su tutto il territorio nazionale, da ottobre 2022 a luglio 2023.
Dopo il picco del 24.5% osservato nella scorsa edizione 2020-21, l’incidenza di pazienti infetti diminuisce al 18.8% nel 2022-2023, così come l’incidenza di infezioni correlate all’assistenza (ICA) che diminuisce da 30.6 a 29,3 ICA per 100 pazienti. Analogamente, anche la mortalità in UTI ritorna sui livelli pre-pandemici (26,8% nel 2022-2023) rispetto al picco osservato nella precedente edizione 2020-21 (42,3%).
Per quanto concerne l’antimicrobico-resistenza, sebbene non vi siano variazioni nella proporzione di isolati multidrug-resistant (MDR) tra tutti gli isolati associati a ICA, un significativo trend in aumento è evidente per l’incidenza di ICA da A. baumannii MDR (5,4 per 100 pazienti nel 2022-2023) e per l’incidenza di ICA da K. pneumoniae MDR (5,1 per 100 pazienti).
I dati di Ar-Iss e Cre sui batteri resistenti In Italia, i dati ottenuti nell’ambito del sistema di sorveglianza nazionale dell’antibiotico-resistenza AR-ISS, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che si basa su una rete di laboratori ospedalieri di microbiologia clinica, mostrano che nel 2022 le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli 8 patogeni sotto sorveglianza in generale si mantengono elevate. Tuttavia, per alcune combinazioni patogeno/antibiotico, in particolare Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi si continua ad osservare un trend in diminuzione rispetto agli anni precedenti (dal 33,2% nel 2015 al 24,9% nel 2022), mentre per Enterococcus faecium resistente alla vancomicina si osserva un continuo e preoccupante trend in aumento (la percentuale di isolati di resistenti alla vancomicina è passata dall’11,1% del 2015 al 30,7% nel 2022).
I dati della sorveglianza nazionale delle batteriemie da enterobatteri resistenti ai carbapenemi (CRE), coordinata dall’ISS, mostrano che, in Italia, nel 2022, sono stati diagnosticati e segnalati circa 3.000 casi, confermando la larga diffusione delle batteriemie da CRE nel nostro paese, soprattutto in pazienti ospedalizzati. Nel 2022 l’incidenza dei casi segnalati è in aumento rispetto al 2021 (3056 casi vs 2396 nel 2021).
Il consumo di soluzione idroalcolica negli ospedali In Italia dal 2021 è attiva la Sorveglianza nazionale del Consumo di Soluzione Idro-Alcolica (CSIA) per l’igiene delle mani in ambito ospedaliero. Ad oggi sono stati raccolti i dati relativi agli anni 2020, 2021 e 2022 da rispettivamente 13, 11 e 16 Regioni/PP.AA. Nel 2022 si riscontra una ulteriore riduzione dei consumi mediani nazionali di soluzione idroalcolica, arrivati a 15,63 Litri/1.000 Giornate di Degenza Ordinaria (GDO), mentre era 20,66 nel 2021 e 24,52 nel 2020.