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Migliorare il modo in cui viene rilevata l’insufficienza cardiaca nelle donne, per diagnosticare un maggior numero di pazienti di sesso femminile in una fase precoce. È stato questo l’obiettivo di un team guidato da Pankaj Garg, dell’Università dell’East Anglia, che ha reso più accurata la misurazione dell’insufficienza tramite risonanza magnetica. Lo studio è stato pubblicato sull’European Heart Journal Open.
L’insufficienza cardiaca può essere classificata in diverse tipologie, a seconda della frazione di eiezione del cuore. Le donne soffrono in modo sproporzionato di un tipo di insufficienza in cui la funzione di pompaggio del cuore è mantenuta, ma la capacità del cuore di rilassarsi e riempirsi di è compromessa. Attualmente, uno dei modi migliori per diagnosticare l’insufficienza cardiaca è misurare la pressione all’interno del cuore con un catetere. Anche se questo metodo è molto accurato, è una procedura invasiva e comporta rischi per i pazienti. Più spesso, dunque, i medici utilizzano gli ecocardiogrammi, che si basano sugli ultra I livelli di proteina C-reattiva cambiano nella madre in base alla modalità di allattamentosuoni. Tuttavia, questa tecnica risulta imprecisa fino al 50% dei casi. Sfruttando la risonanza magnetica, invece, il team ha ottenuto immagini molto più precise di come funziona il cuore e i ricercatori sono stati in grado di diagnosticare l’insufficienza cardiaca nel 16,5% in più delle donne.
Fonte: European Heart Journal Open 2024
https://academic.oup.com/ehjopen/article/4/3/oeae038/7671629
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