L’atlante di mRNA cerebrale più completo al mondo

Gli investigatori presso Weill Cornell Medicine hanno creato l’atlante più completo fino ad oggi delle varianti di RNA messaggero (mRNA) nel cervello del topo e dell’uomo. Questo atlante rappresenta una nuova risorsa importante per comprendere lo sviluppo del cervello, la specializzazione dei neuroni e altre funzioni cerebrali.

Nello studio, pubblicato su Nature Neuroscience, i ricercatori hanno utilizzato metodi di sequenziamento all’avanguardia per registrare le isoforme di mRNA presenti nel cervello del topo e dell’uomo, in diverse regioni cerebrali, tipi di cellule e stadi di crescita diversi nei topi. Hanno scoperto che anche all’interno di un determinato tipo di cellula, le isoforme per alcuni geni variano considerevolmente a seconda della posizione della cellula e dello stadio di sviluppo del cervello.

L’atlante risultante, che si basa su dati provenienti da studi più piccoli condotti dallo stesso team nel 2018 e nel 2021, servirà come riferimento di base per gli neuroscienziati che studiano la funzione e lo sviluppo cerebrale normale e anormale. Già le analisi iniziali dei dati hanno fornito alcune sorprese che saranno oggetto di ulteriori indagini future.

I ricercatori hanno scoperto, ad esempio, che per molti geni importanti nella segnalazione neuronale, lo stesso tipo di cellula esprime diverse isoforme di mRNA in diverse regioni cerebrali. La variazione è ancora più evidente durante l’adolescenza, quando molte isoforme mostrano modelli di fluttuazione inaspettati.

Il team ha anche osservato che molti dei geni con isoforme altamente variabili sono stati collegati, in studi genetici precedenti, a importanti disturbi cerebrali, tra cui Alzheimer, Parkinson, schizofrenia, disturbo bipolare, ansia e depressione.

Anche se la maggior parte delle scoperte per le cellule cerebrali del topo e dell’uomo sono simili, i ricercatori pianificano di concentrarsi sulle cellule umane in studi futuri, confrontando ad esempio la variazione delle isoforme nell’invecchiamento normale e nelle malattie cerebrali correlate all’invecchiamento.

Fonte: Nat Neurosci 2024

https://www.nature.com/articles/s41593-024-01616-4

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