In Italia medici più anziani che nel resto d’Europa: il 26,7% ha più di 65 anni. I dati Eurostat
L’età media dei medici si sta alzando rapidamente in tutta Europa, ma è in Italia che si registra […]
Uno studio pubblicato su Annals of Neurology ha evidenziato come lo stress vissuto nelle prime fasi della vita (ELS, early-life stress) possa influenzare profondamente l’invecchiamento cerebrale, aumentando il rischio di neurodegenerazione nelle donne di mezza età.
I ricercatori hanno esaminato 179 donne di età compresa tra i 30 e i 60 anni, alcune con una storia di ELS prima della pubertà. Utilizzando la tecnologia Simoa, sono stati misurati biomarcatori ematici di neuroinfiammazione e neurodegenerazione, come la proteina acida fibrillare gliale (GFAP) e la catena leggera del neurofilamento (NfL). Parallelamente, tramite risonanza magnetica (RM) T1 e T2 pesata, sono stati valutati i volumi cerebrali, mentre la funzione cognitiva è stata testata attraverso la Cambridge Neuropsychological Automated Test Battery, un sistema sensibile alle alterazioni cognitive precoci.
L’analisi ha rivelato che un’esposizione più severa a ELS, combinata con l’età, era associata a livelli ematici più elevati di NfL e GFAP, indicativi di neuroinfiammazione e neurodegenerazione. Inoltre, sono stati riscontrati una riduzione del volume totale della sostanza grigia, un aumento del volume del terzo ventricolo e un peggioramento delle prestazioni cognitive, segni riconducibili a un invecchiamento cerebrale accelerato.
Questi risultati indicano che lo stress precoce può amplificare i marcatori periferici, strutturali e cognitivi dell’invecchiamento cerebrale, sottolineando l’importanza di strategie preventive mirate nelle fasi iniziali della vita per ridurre il rischio di malattie neurologiche legate all’età.
Fonte: Annals of Neurology
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/ana.27161
E’ disponibile una nuova versione dell’app MSD Salute: non dimenticare di aggiornarla!