Tumori. Stabili i numeri del cancro in Italia, nel 2024 stimati 390.100 nuovi casi
Buone notizie sul fronte del cancro, nel 2024 le diagnosi sono stabili rispetto al biennio precedente e il […]
Il Governo, con l’emendamento alla manovra anticipata lo scorso 8 dicembre, ha fatto un parziale dietrofront sull’art. 33 che tagliava l’aliquota di indennità di specificità per i sanitari e alcune categorie del pubblico dal calcolo dei contributi versati dal 1981 al 1996, più favorevole rispetto agli altri dipendenti pubblici. Una sforbiciata che rischiava di far perdere fino al 25% dell’assegno. Per farlo, però, ha dovuto trovare adeguate coperture economiche che prevedono futuri tagli al finanziamento del Servizio sanitario nazionale per oltre 3 miliardi in un decennio a partire dal 2033.
Nella relazione tecnica allegata all’emendamento si spiega infatti come, se fino al 2032 i maggiori oneri verranno compensati quasi totalmente dall’impatto positivo derivante dalla possibilità di trattenimento in servizio fino ai 70 anni; questi inizieranno a farsi successivamente più pesanti, fino a toccare i 500 milioni nel 2035 e salire a 1,1 miliardi nel 2043. La copertura di questi maggiori oneri arriverà sia da una progressiva riduzione del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard con tagli che saranno di 84 milioni nel 2033, 180 milioni nel 2034, 293 milioni nel 2035 e 340 milioni annui a partire 2036; sia dallo stato di previsione del Mef e, più in particolare, dal programma Regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi d’imposte del ministero dell’Economia. Qui si prevedono risorse al ribasso di 49,5 milioni destinati poi a toccare quota 165 nel 2037, 266 nel 2038, 379 nel 2039, 477 nel 2040, 578 nel 2041, 700,9 nel 2042 e ben 789 nel 2043.
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