Microbioma polmonare nei pazienti con riacutizzazioni della BPCO

I risultati di una revisione sistematica, pubblicati su Journal of clinical medicine nel 2024, indicano che una percentuale significativa di pazienti affetti da esacerbazioni acute della BPCO (AECOPD) ha una presenza elevata di microorganismi potenzialmente patogeni (MPP) nel loro sistema respiratorio. Questi MPP includono batteri comunemente associati alle infezioni polmonari, come quelli acquisiti in comunità e alcuni bacilli enterici gram-negativi. In particolare, i batteri più frequentemente isolati sono Stenotrophomonas e Pseudomonas.

La ricerca è stata condotta nei Paesi Bassi, presso il Spaarne Gasthuis Hoofddorp e l’Erasmus University Medical Center, da un gruppo di ricercatori interessati a riassumere le evidenze disponibili sul microbioma respiratorio dei pazienti con AECOPD, bisognosi di ventilazione meccanica e del ricovero in terapia intensiva. Dopo un’attenta analisi di centoventi studi, gli autori ne hanno selezionati sei. Dai dati è emerso che durante l’ospedalizzazione, circa un quinto dei pazienti (21%) ha sperimentato una colonizzazione da MPP. Tuttavia, una terapia antimicrobica adeguata è stata efficace nel debellare la maggior parte dei MPP identificati, con un tasso di eradicazione del 77%. È importante notare che una parte dei batteri identificati (24%) ha mostrato resistenza a più farmaci, che si è tradotta in una difficoltà nel loro trattamento e nel rischio maggiore di fallimento dell’eradicazione. Inoltre, gli esperti non hanno riscontrato differenze significative nella mortalità o nella durata della ventilazione tra i pazienti con e senza MPP isolati.

Tuttavia, è importante sottolineare che gli studi inclusi non hanno esaminato il viroma dell’apparato respiratorio dei pazienti, che potrebbe influenzare il microbioma e l’evoluzione delle infezioni. Di conseguenza, si sottolinea la necessità di ulteriori ricerche per esplorare in modo esaustivo la composizione completa del microbioma e del viroma nei pazienti con BPCO che richiedono l’ammissione in unità di terapia intensiva.

Fonte: Journal of clinical medicine

https://www.mdpi.com/2077-0383/13/2/472

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