Tumori. Stabili i numeri del cancro in Italia, nel 2024 stimati 390.100 nuovi casi
Buone notizie sul fronte del cancro, nel 2024 le diagnosi sono stabili rispetto al biennio precedente e il […]
Nel 2021, il 3,6% dei bambini europei di età inferiore ai 16 anni nelle famiglie con bambini aveva esigenze mediche insoddisfatte. Un dato che segna un aumento di 2 punti percentuali rispetto all’ultimo rapporto del 2017 (1,6%). Questa quota era più alta (5,3%) per i bambini che vivono in famiglie con un adulto, ma leggermente inferiore al 3,4% per le famiglie con due o più adulti. Lo rileva Eurostat.
Tra i membri dell’UE, le quote più elevate di bambini con esigenze mediche insoddisfatte che vivono in famiglie con bambini sono state segnalate in Polonia (7,3%) e Lettonia (6,4%), seguite da Ungheria e Romania (entrambi 4,7%) e Spagna (4,6%) .
Al contrario, le quote più basse sono state riportate in Austria (0,3%) e Lussemburgo (0,4%), seguite da Croazia (0,9%) e Malta, Lituania e Cipro (tutte con l’1,5% ciascuna). In Italia siamo all’1,8%.
Il 4,4% dei bambini non aveva cure dentistiche adeguate
Nel 2021, la situazione per le cure dentistiche era simile anche se leggermente peggiore rispetto alle esigenze mediche insoddisfatte, poiché il 4,4% dei bambini che vivevano in famiglie con bambini non riceveva le cure dentistiche di cui avevano bisogno, con un aumento di 1,8 punti percentuali dal 2017. dati per tutti i paesi dell’UE, 11 ha registrato una percentuale di bambini con esigenze di cure dentistiche insoddisfatte superiore alla media dell’UE.
Questa percentuale era più alta nelle famiglie con un adulto, con il 7,1% dei bambini che non riceveva le cure dentistiche di cui aveva bisogno. Nel frattempo, il 4,0% dei bambini che vivono in famiglie con due o più adulti aveva bisogni insoddisfatti di cure odontoiatriche.
Nel 2021, tra i membri dell’UE, le quote più elevate di bambini con bisogni insoddisfatti di cure dentistiche che vivono in famiglie con bambini sono state registrate in Lettonia (7,7%), seguita da Spagna (7,1%), Ungheria (7,0%), Slovenia (6,8 %) e Portogallo (6,4%).
In fondo alla scala, le quote più basse sono state registrate in Lussemburgo (0,6%), Croazia (0,8%), Svezia (1,1%), Austria e Italia (entrambe con 1,2%).
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