Giornata per la Prevenzione del Suicidio. Nel mondo circa 700mila morti. In Italia oltre 7 mila nel biennio 2020-2021. I dati dell’Iss
Il suicidio è un grande problema di salute pubblica, che nel mondo fa circa 700mila morti e ha […]
Sebbene l’adozione delle tecniche mininvasive sia in aumento nei Paesi Bassi per le resezioni epatiche minori, permane una significativa variabilità nell’uso di tali tecniche tra gli ospedali. Questo è quanto riferisce uno studio pubblicato su Surgical endoscopy, nel quale si legge anche che l’uso delle tecniche mininvasive offre migliori risultati a breve termine, mentre la sopravvivenza globale è paragonabile a quella ottenibile con la chirurgia epatica a cielo aperto.
“Nel 2017, le linee guida di Southampton hanno affermato che gli interventi mininvasivi dovrebbero essere considerati una pratica standard per le resezioni epatiche minori. Abbiamo voluto valutare i recenti tassi di implementazione di resezioni epatiche mininvasive (MILR) minori, i fattori associati all’esecuzione delle stesse, e gli esiti nei pazienti con metastasi epatiche del colon-retto (CRLM)” afferma Michelle de Graaff, del Dutch Institute for Clinical Auditing, Leiden, e dello University Medical Centre Groningen, Paesi Bassi, autrice principale del lavoro.
I ricercatori hanno studiato i dati di tutti i pazienti sottoposti a resezione epatica minore per CRLM nei Paesi Bassi tra il 2014 e il 2021. Tra i 4.488 pazienti inclusi nello studio, 1.695 (37,8%) erano stati sottoposti a MILR, mentre i rimanenti a intervento a cielo aperto. Gli esperti hanno visto che l’implementazione della MILR è aumentata fino al 51,2% nel 2021. I fattori associati alla mancata esecuzione della MILR includevano il trattamento con chemioterapia preoperatoria, il trattamento in un ospedale terziario di riferimento, e un diametro e un numero maggiori di metastasi. È stata osservata una variabilità significativa tra ospedali nell’uso di MILR, che andava dal 7,5% al 93,0%. In una coorte creata tramite punteggio di propensione (PSM), la MILR è stata associata a una diminuzione di perdita di sangue, complicanze cardiache, ricoveri e a una degenza ospedaliera più breve. La percentuale di sopravvivenza globale a cinque anni per MILR era del 53,7% e quella per l’intervento in aperto era del 48,6%.
Fonte: Surg Endosc. 2023
https://link.springer.com/article/10.1007/s00464-023-10010-3
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